IL CORO ‘SANTA MARIA ASSUNTA’ IN VATICANO: “GIOIA INCONTENIBILE”

I coristi della nostra prepositurale hanno partecipato, dal 23 al 25 novembre, al 3° Incontro internazionale delle corali. “È stata quasi una nuova Pentecoste: lingue diverse, melodie differenti per lodare insieme Dio”

Nel primo giorno si è tenuto il convegno su “Musica nella Liturgia e nella Catechesi per la Nuova evangelizzazione”, moderato da monsignor Marco Frisina, con la presenza dei massimi esperti di musica sacra e liturgica. Alle relazioni si sono alternate le testimonianze di cantori, studenti e musicisti provenienti da varie parti del mondo: Stati Uniti d’America, Brasile, Repubblica Centrafricana, Libano, Iraq, Messico, Cina, Vietnam e Turchia.

“Il coro è un ministero della sacra liturgia, di grazia e di gioia; ci guarisce, ci converte, ci assolve e permette agli altri di essere assolti. È prefigurazione di quello che un giorno canteremo nell’assemblea celeste.” (P. Jordi Augusti Piquè, teologo e preside del Pontificio Istituto Liturgico e già maestro dell’Escolania di Montserrat: tra i relatori del convegno).

“Non dobbiamo essere tristi ed abitudinari, ma gioiosi ed entusiasti. Il ministero di cantare la gloria di Dio in mezzo a un mondo scristianizzato e spento non è forse esaltante? Il canto è un innegabile supporto per interiorizzare e memorizzare la parola di Dio “ (Padre Jean Pierre Lécot, compositore francese e organista del Santuario di Lourdes, altro relatore del convegno).

“Dobbiamo esprimere nella musica della liturgia il mistero, l’uomo che prega. La melodia ci suggerisce come dobbiamo pregare: cantando il cuore esulta!” (Monsignor Marco Frisina, compositore e direttore del Coro della Diocesi di Roma, moderatore del convegno).

A mezzogiorno del secondo giorno, la tanto attesa udienza in Aula Paolo VI con Papa Francesco. “La vostra presenza in questa Aula – ha esordito il Papa - ha permesso di far risuonare musiche e canti che in qualche modo sono andati al di là delle mura: avete risvegliato il Vaticano! È bello ascoltare le vostre melodie e percepire la gioia e la serietà con cui date voce tutti insieme alla bellezza della nostra preghiera.”

“La vostra musica e il vostro canto sono un vero strumento di evangelizzazione – ha aggiunto il Vescovo di Roma - nella misura in cui voi vi rendete testimoni della profondità della Parola di Dio che tocca il cuore delle persone, e permettete una celebrazione dei sacramenti, in particolare della santa Eucaristia, che fa percepire la bellezza del Paradiso. Non fermatevi mai in questo impegno così importante per la vita delle nostre comunità; in questo modo, con il canto date voce alle emozioni che sono nel profondo del cuore di ognuno. Nei momenti di gioia e nella tristezza, la Chiesa è chiamata ad essere sempre vicina alle persone, per offrire loro la compagnia della fede. Quante volte la musica e il canto permettono di rendere questi momenti unici nella vita delle persone, perché li conservano come un ricordo prezioso che ha segnato la loro esistenza.”

“Il vostro canto e la vostra musica, soprattutto nella celebrazione dell’Eucaristia – ha sottolineato Papa Francesco - rendono evidente che siamo un solo Corpo e cantiamo con una sola voce la nostra unica fede. Anche se parliamo lingue diverse, tutti possono comprendere la musica con cui cantiamo, la fede che professiamo e la speranza che ci attende.”

“Voi studiate e vi preparate per rendere il vostro canto una melodia che favorisce la preghiera e la celebrazione liturgica. Non cadete, tuttavia – l’ammonimento del Santo Padre - nella tentazione di un protagonismo che offusca il vostro impegno, e umilia la partecipazione attiva del popolo alla preghiera. Per favore, non fate la ‘prima donna’. Siate animatori del canto di tutta l’assemblea e non sostituitevi a essa, privando il popolo di Dio di cantare con voi e di dare testimonianza di una preghiera ecclesiale e comunitaria. A volte mi rattristo quando, in alcune cerimonie, si canta tanto bene ma la gente non può cantare quelle cose... Voi che avete compreso più a fondo l’importanza del canto e della musica, non svalutate le altre espressioni della spiritualità popolare: le feste patronali, le processioni, le danze e i canti religiosi del nostro popolo sono anch’essi un vero patrimonio di religiosità che merita di essere valorizzato e sostenuto perché è pur sempre un’azione dello Spirito Santo nel cuore della Chiesa.”

“La musica, dunque, sia uno strumento di unità per rendere efficace il Vangelo nel mondo di oggi – ha concluso Papa Bergoglio - attraverso la bellezza che ancora affascina e rende possibile credere affidandosi all’amore del Padre.”

«Dopo l’ascolto delle testimonianze dagli Usa, Vietnam, Iraq, Cina, Turchia e la relazione di monsignor Fisichella – è la testimonianza di una Cernuschese, partecipante all’udienza - è cresciuta di minuto in minuto l’attesa per l’incontro con Papa Francesco. Sventolavano le bandiere in Aula Paolo VI, gremita all’inverosimile, con canti pieni di gioia ed entusiasmo. Molti come lo Zaccheo del Vangelo, sono saliti sulle sedie, per vedere meglio l’arrivo del Papa, altri sono rimasti più dietro, quasi contemplando questa attesa. A Francesco sono occorsi diversi minuti per raggiungere il palco, fermato dalle mille mani protese a cercare di incontrare la sua. Poi si è rivolto ai coristi, per noi di ‘Santa Maria Assunta’, seduti in prima fila è stato un incrociarsi di sguardi: era proprio lì davanti. Il suo intervento è tutto da leggere o meglio da ascoltare.

Al termine del suo saluto, l’immancabile raccomandazione, ma questa volta con un’aggiunta: “E ricordatevi di pregare per me, anche cantando!”. Il Santo Padre è sceso quindi dal palco e ha salutato i cantori in carrozzina e altri seduti vicini a noi, con l’abito tipico delle diverse nazioni di provenienza. Intanto si è continuato a cantare. Il Papa se n’è andato e noi abbiamo gli occhi ancora lucidi dalla commozione. C’è chi chiude gli occhi e prega, in silenzio.

La Provvidenza scrive davvero diritto su righe storte! In realtà stamattina avremmo dovuto stare sul palco a cantare con il coro della diocesi di Roma. Una telefonata giunta ieri sera ci ha comunicato che non sarebbe stato così. Il nostro rammarico iniziale si è mutato in riconoscenza infinita per questa rinuncia divenuta un dono ben più grande!»

«“Cantate la speranza: siete dentro il mistero e custodi della meraviglia”: le parole di monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie – commenta una partecipante cernuschese -descrivono più di mille altre l’esperienza del grande concerto del tardo pomeriggio di sabato 34 novembre in Aula Paolo VI. Sul palco 500 coristi, con un’orchestra di 75 elementi. Seduti in platea altri 8000 cantori. Un concerto entusiasmante, dove la gioia è andata di pari passo alla richiesta di pace, la preghiera contemplativa si è trasformata in memoria dei martiri, anche quelli dei nostri giorni, vittime dell’odio, della violenza e della chiusura delle menti e dei cuori. I brani di Palestrina, Bach, Handel, Vivaldi si sono alternati con quelli di monsignor Marco Frisina, compositore e direttore del Coro della Diocesi di Roma, in un crescendo di emozioni, giusto premio per le tante sere di prove impegnative. La gioia incontenibile è infine esplosa nel canto finale “Jesus Christ you are my life”: davvero impossibile rimanere fermi quando ti canta dentro!»

A conclusione dell’Incontro internazionale, domenica 25 novembre, la Messa in San Pietro e poi l’Angelus in piazza con Papa Francesco. Per i coristi cernuschesi è stata quasi una nuova Pentecoste: lingue diverse, melodie differenti per lodare insieme Dio: “Jubilate Deo omnis terra, servite Domino in laetitia”.

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Cernusco sul Naviglio, 26 novembre 2018