LA PARTENZA DI DON DAVID: DAI DUBBI ALLE PROSPETTIVE PER GLI ORATORI

I punti all’ordine del giorno della riunione del consiglio pastorale di ottobre sono stati scalzati dalla notizia della partenza del responsabile della pastorale giovanile cittadina.

Sul Cammino di Santiago de Compostela (foto dal diario di Don David)

E’ stata una seduta insolitamente animata quella dello scorso 9 ottobre: agli argomenti previsti nell’ordine del giorno, è sopravvenuta l’improvvisa e accelerata partenza di don David Maria Riboldi, responsabile dell’Unità di Pastorale Giovanile della nostra Comunità pastorale, che dopo l’annuncio dato durante le Messe di domenica 7 ottobre, alle prime luci di lunedì 8 era già in volo verso Lione, per superare in autobus i Pirenei e intraprendere quindi il Cammino verso Santiago de Compostela.

Il prevosto don Luciano, introducendo i lavori del consiglio, ha immediatamente ceduto la parola ai consiglieri per sentire il loro parere in merito alla decisione presa dall’Arcivescovo, invitandoli ad intervenire con libertà e parresìa e dando così il via a un susseguirsi d’interventi dei consiglieri giovani e adulti con toni pacati e nel contempo incisivi, dove talvolta la voce tratteneva a stento la commozione.

Lo sconcerto e le domande. E’ fuori di dubbio che l’annuncio dato alla comunità, domenica 7 ottobre, ha suscitato sconcerto nella comunità; un’informazione preventiva al consiglio pastorale avrebbe consentito ai consiglieri di dare risposte pertinenti a chi si rivolgeva loro chiedendo qualche spiegazione. D’altra parte sono molte le domande che sono sorte all’apprendere questa notizia: dal chiedersi il perché di una scelta a prima vista affrettata al domandarsi come dare continuità agli innumerevoli incontri di catechesi per le diverse fasce di età e a tutti gli itinerari educativi per i ragazzi delle medie, gli adolescenti e i giovani che avevano in don David un’impareggiabile guida. Dalla Sacer sono passati educatori che hanno segnato la storia di generazioni, da don Carlo Gnocchi a don Giuseppe Locatelli; da don Angelo Viganò a don Paolo Steffano. Privare una realtà educativa e aggregativa così grande, tanta volte portata a esempio a livello diocesano, e all’apparenza senza una motivazione plausibile, fa sorgere più di un dubbio.

Don David e l’Arcivescovo Mario. Il prevosto don Luciano ha chiarito che di prassi il consiglio pastorale viene informato in occasione dell’avvicendamento del parroco o del responsabile della comunità pastorale e di aver ricevuto dalla Curia Arcivescovile il testo del comunicato da leggere durante le Messe di domenica 7 ottobre solo il mercoledì della settimana precedente, mentre era in Polonia con il pellegrinaggio della Comunità pastorale. “Certamente - ha commentato don Luciano - un intervento così ha un po’ della fuga e del castigo, ma don David aveva già da tempo iniziato un cammino di verifica personale con l’Arcivescovo, che ha ritenuto di decidere che dalla fine di settembre don David avrebbe dovuto lasciare la nostra comunità. Sicuramente l’Arcivescovo vuole il bene dei suoi preti e molto bene conosce le sue comunità da sapere il danno e le fatiche che provoca nel tirar via un prete. Chiede anche a noi di condividere una fatica che è anche dell’Arcivescovo. Sicuramente in un oratorio come il nostro un prete arriverà, speriamo prima che poi”. Qualche consigliere ha sottolineato come l’assegnazione di don David ad una realtà carceraria può essere visto come un apprezzamento della sua persona e delle doti che può spendere a servizio di questa particolare realtà. Una storia similare di partenza repentina è già stata vissuta con don Paolo Steffano, e ora vediamo i risultati di quanto sta realizzando con la gente di Baranzate.

L’amore per la Chiesa e le nostre fatiche. Non è mancato il commento alla mail che don David ha inviato lunedì 8, dopo il primo giorno di Cammino verso Santiago, a tutti i collaboratori della Comunità pastorale: sono parole di un vero prete che ama la sua Chiesa, e – nonostante il dolore che può aver dentro - sprona i laici ad andare avanti, senza fare polemiche. Un dolore, quello di don David, che è un dolore per tutti. E’ difficile vedere andar via in questo modo una persona che stava facendo progetti, è difficile accettare che uno che stava progettando nei dettagli l’attività per i nostri ragazzi lo facesse sapendo di dover andar via. Ne va della dignità delle persone e delle comunità che gli sono state affidate.

Per continuare a camminare. Sono i giovani, con grande senso di maturità e di responsabilità, a condurre la discussione sulle necessarie scelte operative da affrontare con urgenza: è fuori di dubbio che lo spostamento di un sacerdote da una realtà di pastorale giovanile così grande e attiva come la nostra e all’inizio di un anno pastorale, crea non pochi problemi sia per lo svolgimento dell’attività ordinaria di catechismo che per l’insostituibile guida spirituale dei giovani che si spendono quotidianamente a servizio dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti e che di fatto animano i nostri oratori. Nell’attesa di un nuovo sacerdote, si potrebbe temporaneamente pensare ad un educatore laico che abbia capacità organizzative e sia costantemente presente.

Vivere la corresponsabilità. La corresponsabilità dei laici non è una novità: se ne parlava già oltre cinquant’anni fa, durante il Concilio Vaticano II, ma indubbiamente questa è un’occasione per i laici per farsi carico in maniera tangibile di un pezzo di responsabilità, assumendosi l’impegno di essere presenza preziosa in oratorio sia per le necessità operative più spicciole che come punto di riferimento. I suggerimenti emersi alimenteranno la discussione del consiglio della Comunità educante, insieme al parroco e agli altri sacerdoti della nostra città, per individuare le modalità più opportune per la gestione di questo periodo di transizione. Un comunicato del consiglio pastorale è stato letto al termine delle celebrazioni di domenica 13 ottobre, mentre l’incontro con le catechiste della tre parrocchie ridarà slancio e indicherà la strada per vivere e trasmettere la fede cristiana ai bambini loro affidati.

Segreteria del Consiglio pastorale
della Comunità pastorale

Cernusco sul Naviglio, 5 novembre 2018