MISSIONARI CERNUSCHESI DI UNA “CHIESA IN USCITA” PER IL MONDO

A chiusura del mese di ottobre – mese missionario - ricordiamo i missionari cernuschesi che svolgono o hanno svolto gran parte del loro ministero pastorale in terra di missione.

Dopo aver ricordato in un precedente articolo le religiose e le volontarie laiche appartenenti a congregazioni o istituti missionari, questa volta accenniamo ai missionari cernuschesi e ad una coppia di volontari laici del Pime che operano in terra di Missione.

Il tema della Giornata missionaria mondiale di quest’anno, celebrata lo scorso 25 ottobre - “Dalla parte dei poveri” – aveva come intento quello di richiamare l’attenzione delle comunità cristiane sulla centralità dell’impegno “ad gentes”, per raggiungere i poveri, cioè coloro che vivono nelle periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo. Papa Francesco, nel messaggio per la Giornata, ci ricorda che “nell’immenso campo dell’azione missionaria della Chiesa, ogni battezzato è chiamato a vivere al meglio il suo impegno, secondo la sua personale situazione”. Inoltre, il Pontefice si è rivolto “soprattutto ai giovani, che sono ancora capaci di testimonianze coraggiose e di imprese generose e a volte controcorrente: non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di Gesù che implichi il dono totale di sé”. Se nel 1990 i missionari italiani erano oltre 24mila, oggi sono meno di 9mila, a riprova che la crisi vocazionale rappresenta una sfida che non può essere disattesa dalle nostre comunità ecclesiali. Anche nella nostra Comunità pastorale le vocazioni missionarie segnano il passo, dopo una significativa fioritura nel secolo scorso.

Padre Emilio Spinelli, missionario del Pime, è da quarant’anni in Bangladesh. Per motivi di salute nello scorso maggio è rientrato in Italia ed è rimasto tra noi sino a fine agosto. Abbiamo avuto così la possibilità di incontrarlo e di conoscere la vita della sua missione. Prima del sua ripartenza per il Paese asiatico ci ha invitato a vivere, nella nostra Comunità pastorale, “con le porte e le finestre aperte. Sappiate apprezzare quello che c’è al di fuori, non tenendolo lontano da voi ma sentendovi coinvolti”. Poi ha sottolineato che “andare in Bangladesh non vuol dire solo annunciare, evangelizzare, ma essere presenti, condividere la nostra vita di amore. Ricordarci di essere amati dal Signore, per essere là, per allungare una mano, per aiutare le persone che hanno bisogno di cure, di fratellanza, di imparare a leggere e a scrivere, di veder riconosciuto il diritto di vivere … “.

Don Antonio Perego, salesiano, sino allo scorso luglio era nella missione di Sakania, all’estremo sud della Repubblica Democratica del Congo, dove era incaricato della scuola media superiore frequentata da circa 400 studenti. Il tempo è venuto di cambiare aria. A 100 km sud-est di Sakania – ha spiegato Perego in una lettera pubblicata lo scorso settembre su Voce Amica - diciamo meglio a 4 ore e mezza di fuori-strada in stagio­ne secca, c’è una vecchia missione. E un vecchio missionario austriaco, padre Johan Kiesling, ha rilanciato una scuola seconda­ria, chiusa negli anni settanta per mancan­za di studenti. Gli anni passano e il mondo cambia, piano piano anche a Kipusha” la sua nuova destinazione. Ricordiamo che il nostro concittadino missionario ha lanciato un appello a tutti “quanti mi conoscono a Cernusco. Tutto il bene che ho potuto fare a Saka­nia, non avrei potuto farlo senza il vostro sostegno. Mi tocca ricominciare da capo, in un ambiente più povero, ma sempre sensibile al carisma di don Bosco. Datemi una mano, se potete”, “ma soprattutto chiedo a tutti il soccorso della preghiera.”


Padre Efrem Tresoldi

Padre Efrem Tresoldi, comboniano, è direttore responsabile di Nigrizia, il mensile della sua congregazione. In precedenza era stato per quattordici anni in Sudafrica. Nel 2014 è stato insignito della benemerenza civica cernuschese, “Gelso d’oro”. Lo scorso luglio, nell’ambito di una manifestazione organizzata da un’associazione cittadina, ci ha aiutato a decifrare il fenomeno immigrazione . “Non dobbiamo nasconderci dietro un dito e dire che noi siamo invasi dai profughi e rifugiati che arrivano dalla Libia, perché vengono da una nazione che abbiamo contribuito a distruggere. L’Italia ha il record del maggior numero di voli per bombardamenti sulla Libia (nel 2011, ndr). Non possiamo lavarcene le mani e dire che non possiamo farci niente, perché sono troppi i profughi e i rifugiati che adesso arrivano nel nostro Paese. Ma noi abbiamo contribuito a creare questo fenomeno migratorio in maniera chiara attraverso l’intervento militare di quattro anni fa”. Questa la forte denuncia lanciata dal concittadino padre Efrem Tresoldi in quell’occasione.

Padre Enrico Bertazzoli dopo le sue esperienze con il Pime in Bangladesh e in Brasile, è stato per alcuni anni a Porlezza (Como), come collaboratore di don Angelo Viganò, nel servizio alla Comunità pastorale di quella località. Dallo scorso settembre, a seguito del trasferimento di don Angelo a Perledo (Lecco) lo ha seguito, facendosi carico, in particolare, della cura pastorale della parrocchia di Gittana.

Padre Luciano Ghezzi, missionario del Pime, terminato il suo servizio come responsabile della Casa del Pime di Villa Grugnana a Merate, dalla fine del 2012 sino ad agosto 2014 era tornato a risiedere tra noi e si era messo con generosità a collaborare con la nostra Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”, in particolare dedicandosi alla Parrocchia San Giuseppe Lavoratore. I suoi superiori l’hanno poi chiamato ad un nuovo incarico presso la Casa del Pime di Sotto il Monte, dove attualmente risiede.

L’impegno missionario caratterizza anche il ministero di don Sandro Spinelli che periodicamente raggiunge il Brasile. Attualmente don Sandro vive all’Eremo di Varone, nell’appennino parmense, ma spesso lo incontriamo in città, perché è molto amato dai cernuschesi. “È sempre bellissimo incontrare – ha scritto dopo il suo ultimo viaggio, nello scorso gennaio nel nord-est del Brasile - anche dopo anni, questo popolo nordestino con cui abbiamo vissuto e lottato. Oggi, pur nella siccità, il Governo è presente con vari programmi di appoggi e di crediti, con la costruzione di cisterne d’acqua e pozzi, ma per il contadino la gioia è tutta nel seminare, custodire e poi raccogliere i prodotti della terra. … Canaa e Pimenteiras, i due luoghi che sempre mi attirano e accolgono, il Brasile per me sono questi due angoli di natura e di popolo.”

In missione c’è pure una coppia di volontari laici del Pime (ALP) - Monica Soldati e Giandomenico Di Sane - non più residenti nella nostra città, ma ancora con molti amici e conoscenti tra noi. Sono impegnati in Guinea Bissau nella gestione di un orfanotrofio a Bambaran alla periferia della capitale Bissau. Monica è cresciuta nella Parrocchia Madonna del Divin Pianto e poi si è trasferita in un paese vicino. A casa Bambaran, il lavoro procede sempre serrato. Il nostro progetto – hanno scritto nella loro ultima corrispondenza su Voce Amica di gennaio 2015 - per migliorare le condizioni alimentari, igieniche e educative dei bambini è articolato, prosegue e si rinno­va. Innanzitutto, contribuisce regolarmente a far in modo che siano adeguate le risorse per l’igiene personale dei bambini e della casa e ha permesso di aumentare il numero di operatori, tra i quali educatrici e assistenti all’infanzia, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei bambini di tutte le fa­sce di età, in particolare dei più piccoli. In secondo luogo, una parte centrale dei progetto è dedicato alla scuola materna e al neonato asilo nido.”

La parrocchia di San Giuseppe Lavoratore è legata da particolare affetto a padre Wimal, dello Sri Lanka, che periodicamente visita la comunità e viene accolto nelle famiglie per condividere insieme il pranzo o la cena. Una comunità che lo sostiene anche nelle sue attività.

Non dimentichiamo, infine, le suore appartenenti a congregazioni missionarie che, dopo una più o meno lunga esperienza all’estero, ora sono in Italia, alcune in modo definitivo altre solo provvisoriamente, altre ancora per l’età avanzata. Le ricordiamo tutte con affetto e gratitudine.

Cernusco sul Naviglio, 2 novembre 2015