“BORGHI PIÙ FELICI D’ITALIA” IN RIVA AL GARDA E NON AL NAVIGLIO

Nelle classifica dei “borghi felici” d’Italia per l’anno 2015, secondo l’indagine condotta dal Centro Studi Sintesi in collaborazione con Il Sole 24 Ore, solo due Comuni del Milanese.

«A mettere in fila i Comuni con una popolazione tra i 5mila e i 50mila abitanti – ha scritto il quotidiano economico-finanziario Il Sole 24 Ore dello scorso 17 agosto - dove si vive il miglior compromesso tra le dimensioni economiche, sociali, ambientali e di welfare, è la classifica dei “Borghi felici 2015”. Dall’analisi di un insieme assai variegato di variabili statistiche si ottiene una spremitura di qualità: la base di partenza è costituita dagli 8.047 Comuni italiani riconosciuti dall’Istat; poi, attraverso una scrematura incrementale si arriva a una selezione di 158 Comuni. Un drappello di piccoli paesi caratterizzati da una qualità del benessere mediamente superiore al resto d’Italia.»

Al primo posto si conferma Brunico, grazie soprattutto «agli importanti risultati in termini di condizioni di vita materiali (il reddito Irpef medio è il più elevato registrato dai 158 Comuni selezionati e anche i depositi pro capite sono nettamente superiori alla media) e al primato nel campo ambientale (forte incidenza di auto a limitate emissioni inquinanti)». Al secondo posto si riconferma Vipiteno, che «“pur non raggiungendo alcun primato nelle aree tematiche analizzate, sfrutta un mix equilibrato di performance di livello medio-alto, con punte di eccellenza nei campi della salute e dell’ambiente”. Nel 2014 il terzo posto era di Sirmione con 87 punti; ora c’è Egna, che ha raccolto ben 95,6 punti.»


Un tratto del naviglio Martesana, tra cascina Fornace e Villa Fiorita.

 

Guardando alla Città Metropolitana di Milano, troviamo solo due Comuni in classifica: Lacchiarella al 129° posto e Abbiategrasso al 140°. Allargandoci alla Lombardia, sono una trentina le località “felici”; nelle prime dieci ne troviamo ben tre in riva al Benaco: Peschiera del Garda al 4° posto, Sirmione al 7° e Manerba del Garda al 10°; poi quattro nella prima cinquantina: Iseo (14°) Chiavenna (24°), San Martino Siccomario (29°) e Colico (47°).

La metodologia seguita per redigere la classifica si articola in due fasi. «La prima cernita, che riduce il lotto dei partecipanti ai 158 Comuni finalisti, è frutto di una selezione basata su 16 parametri legati alla qualità della vita in versione Stiglitz-Sen-Fitoussi, spremendo così un indicatore non solo basato sul reddito (il Pil), ma incentrato sulle variabili del benessere economico e sociale, dell’ambiente, degli indicatori di felicità (il Bil).»

La seconda fase, invece, analizza i Comuni «sulla base di 47 indicatori, suddivisi in otto aree tematiche (condizioni di vita materiali; istruzione e cultura; partecipazione alla vita politica; rapporti sociali; in/sicurezza; ambiente; attività personali e salute), utilizzando gli ultimi dati disponibili nelle principali fonti statistiche (Istat, ministero dell’Interno, Infocamere, Aci e Banca d’Italia).»

E Cernusco? Per quello che possono valere ricerche di questo tipo, ci dobbiamo accontentare di pensare (o forse meglio, continuare ad illuderci) che la qualità della vita nella nostra città sia migliore di quella di altri Comuni dell’area metropolitana ed essere appena oltre il 158° posto (l’ultima posizione resa nota), Altrimenti come si spiegherebbe il ritornello che sentiamo spesso ripetere di “Cerrnusco isola felice della Martesana”?

Cernusco sul Naviglio, 26 ottobre 2015