IL PREVOSTO: “SOLO DIO È L’AUTORE DELLA PACE, CHE DOBBIAMO CHIEDERE E CUSTODIRE”

Non sempre siamo consapevoli di quanto sia alto il prezzo della libertà che ci è stata donata. Da questa constatazione è partita la riflessione del prevosto, monsignor Luciano Capra, nella celebrazione eucaristica di questa mattina, anniversario della Liberazione, in chiesa prepositurale, presenti le autorità civili e militari cittadine.


Il prevosto, monsignor Luciano Capra (foto d’archivio)

“La libertà chiede la consapevolezza di una vita autentica, donata, spesa per valori e ideali che la sostengono e la promuovono, la rendono integra. Oggi – ha esordito il prevosto - questo non è scontato perché forse abbiamo messo al primo posto alcuni valori che di per sé portano alla distruzione degli altri. Basta guardare come oggi è facile essere abituati alla guerra.”

Guardando i telegiornali – ha proseguito don Luciano - “ci sembra che si giochi alla guerra. Vediamo interi Paesi distrutti, bambini, donne, uomini uccisi. Ci si sta abituando un po’ a questo. Il grande Papa Benedetto XV, nel secolo scorso, disse che con ‘la guerra tutto è perduto’. Mai si deve vedere la guerra come una possibile soluzione! E oggi invece sembra che siamo un po’ abituati anche a questo.”

“La tragedia che sta davanti ai nostri occhi – ha aggiunto il responsabile della nostra Comunità pastorale - ormai ci ha abituato a qualcosa che non ci tocca più, se non per un sentimento di umana condivisione. Invece, la guerra ci distrugge proprio, perché ci rovina. Ma la guerra non è solo quella delle bombe, quella è forse quella più drammatica, violenta, più forte. Come ripete Papa Francesco ‘la guerra spesso nasce nel nostro cuore, dalle piccole cose, dalle menti e dai cuori’”, quando l’altro è visto come “un nemico da cui difendersi se non addirittura da combattere.”

Come credenti abbiamo bisogno di testimoniare che “noi siamo fratelli. Siamo qui oggi – ha sottolineato il prevosto - per ricordare questi nostri fratelli che hanno perso la vita per un ideale. Noi siamo fratelli, perché siamo figli dell’unico Padre. Se perdiamo il riferimento alla paternità, non si capisce più perché dobbiamo essere fratelli. È l’unica figliolanza di Dio che rende possibile un’autentica fraternità. Allora la fede che ha sostenuto anche questi uomini, che sono morti per la patria, è ancora l’anima che ci permette di vivere la fraternità, che è pure un valore umano, certamente. Però Cristo ne ha dato una motivazione in più. Il tuo prossimo non è solo colui dal quale difendersi, ma è fratello perché si è figli dell’unico Padre.”

“Noi credenti in Cristo dobbiamo dimostrare con la nostra vita, con il nostro esempio, questa paternità che ci rende autentici fratelli perché figli dell’unico Padre. Non vergogniamoci della nostra fede” ha ammonito don Luciano, che poi ha così concluso: “La fede nell’unico Dio ci dona la vera e autentica pace, che l’uomo da solo non può darsi. Solo Dio è l’autore della pace, che dobbiamo chiedere e custodire. Davanti al sacrifico di questi nostri fratelli, chiediamo a Dio che benedica la nostra patria e ci doni la forza di generare, ciascuno nella sua parte, il bene. Perché vivere insieme sia una gioia e non solo una fatica e talvolta un peso insopportabile.”


Foto sopra e pagina iniziale, da www.agensir.it

Al termine della Messa, dal sagrato della prepositurale si è poi mosso il corteo che, accompagnato dalla banda musicale cittadina, ha raggiunto Piazza Matteotti, dove hanno parlato il Sindaco e il presidente dell’Anpi cernuschese. Il corteo – quest’anno più partecipato del solito - è quindi proseguito per Piazza Martiri della Libertà, per deporre le corone d’alloro al monumento ai caduti e poi alla stele di Largo Riboldi-Mattavelli. Anche i rappresentanti del consiglio comunale dei ragazzi erano presenti alla cerimonia e significativo è stato il gesto da loro compiuto nel rendere omaggio ai caduti per la libertà deponendo alcune rose bianche.

Cernusco sul Naviglio, 25 aprile 2018