I MAGI, “MAESTRI SCONCERTANTI DI UNA SAPIENZA UMILE”

In Duomo l’Arcivescovo ha presieduto il Pontificale solenne dell’Epifania. Festa che, attraverso la testimonianza dei Magi, permette di intendere l’esistenza “come una vocazione a donarsi, a trasfigurare la condizione materiale in segni che dicono il significato del nostro vivere”



I Magi che seguono la stella e che, così, attraverso i tempi, indicano la mèta del nostro andare inquieto di donne e uomini del terzo millennio. In quella società di oggi, dove certamente si sarebbe ripetuto il rifiuto di un bambino nato da «due poveracci in un insignificante villaggio di Giudea», ma nella quale anche i sapienti stranieri, che arrivano per adorarlo, non raccolgono certamente molta simpatia.

Nel Pontificale dell’Epifania – presieduto in Duomo dall’arcivescovo Delpini – la vicenda dei Magi, spesso ridotta solo a folklore, diviene portatrice di un messaggio, a suo modo, rivoluzionario. Quello indicato, appunto, da uomini che vengono da lontano e che si mettono, per questo, nel vero viaggio «orientato a compimento, che non è un girovagare smarrito, un vago sospiro, non un’inquietudine sempre in cerca di domande e di risposte». Insomma, persone che non «cercano emozioni» e che non giungono «per fare affari, per vendere o per comprare, per contestare il potere di Erode, per seminare sconcerto nella città santa, o perché spinti da qualche situazione terribile o disastro insopportabile». Il solo scopo dei Magi, infatti, è «adorare Gesù».

Per leggere il testo integrale dell’articolo pubblicato sul sito web della diocesi, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 8 gennaio 2018