CON IL PAPA IN BANGLADESH, PENSANDO A PADRE EMILIO

“Un grande dono di Dio”. Così il Papa ha definito il viaggio in Myanmar e Bangladesh, compiuto nei giorni scorsi e ripercorso nell’udienza generale di oggi in Aula Paolo VI.


Foto da: ww.agensir.it

Abbiamo accompagnato Papa Francesco nel suo 21 viaggio apostolico pensando al nostro concittadino padre Emilio Spinelli, che dal 1975 è in quel lontano e poverissimo Paese asiatico. Per lui abbiamo anche pregato, su invito di don David, durante la Messa delle ore 11 in chiesa prepositurale domenica 3 dicembre. Circostanza vuole che poi, proprio in questi giorni, sia in consegna il bel libro fotografico, a cura di Sergio Pozzi, interamente dedicato a questo nostro missionario del Pime. L’affetto per padre Emilio si è così ancor più rafforzato.

“La popolazione del Bangladesh è in grandissima parte di religione musulmana, e quindi la mia visita – sulle orme di quelle del beato Paolo VI e di san Giovanni Paolo II – ha segnato un ulteriore passo in favore del rispetto e del dialogo tra il cristianesimo e l’islam”. È il bilancio del viaggio in Bangladesh, di Papa Francesco. “Alle Autorità del Paese – ha detto il Papa ai fedeli riuniti in Aula Paolo VI – ho ricordato che la Santa Sede ha sostenuto fin dall’inizio la volontà del popolo bengalese di costituirsi come nazione indipendente, come pure l’esigenza che in essa sia sempre tutelata la libertà religiosa”.

In particolare, “ho voluto esprimere solidarietà al Bangladesh nel suo impegno di soccorrere i profughi Rohingya affluiti in massa nel suo territorio, dove la densità di popolazione è già tra le più alte del mondo”, ha proseguito il Papa a proposito del momento culminante del viaggio, di cui “uno degli eventi più significativi e gioiosi” è stata la Messa celebrata nello storico porto di Dacca e dall’ordinazione di 16 sacerdoti. “Sia in Bangladesh come anche in Myanmar e negli altri Paesi del sudest asiatico, grazie a Dio le vocazioni non mancano, segno di comunità vive, dove risuona la voce del Signore che chiama a seguirlo”, l’omaggio del Papa: “Ho condiviso questa gioia con i vescovi del Bangladesh, e li ho incoraggiati nel loro generoso lavoro per le famiglie, per i poveri, per l’educazione, per il dialogo e la pace sociale. E ho condiviso questa gioia con tanti sacerdoti, consacrate e consacrati del Paese, come pure con i seminaristi, le novizie e i novizi, nei quali ho visto dei germogli della Chiesa in quella terra”.

“A Dacca abbiamo vissuto un momento forte di dialogo interreligioso ed ecumenico, che mi ha dato modo di sottolineare l’importanza dell’apertura del cuore come base della cultura dell’incontro, dell’armonia e della pace”. Sono le parole dedicate dal Papa all’incontro con i leader religiosi svoltosi nel giardino dell’arcivescovado. In Bangladesh, inoltre, il Papa ha visitato la Casa Madre Teresa, “dove la santa alloggiava quando si trovava in quella città, e che accoglie moltissimi orfani e persone con disabilità. Là, secondo il loro carisma, le suore vivono ogni giorno la preghiera di adorazione e il servizio a Cristo povero e sofferente”. “Mai esce dalle loro labbra il sorriso”, l’omaggio alle suore di Madre Teresa: “sono suore che pregano tanto, che abbracciano e continuamente con il sorriso. È una bella testimonianza, le ringrazio tanto”.

L’ultimo appuntamento “è stato con i giovani bengalesi, ricco di testimonianze, canti e danze”. “Ma come danzano bene questi bengalesi, sanno danzare bene!”, ha esclamato Francesco: “Una festa che ha manifestato la gioia del Vangelo accolto da quella cultura; una gioia fecondata dai sacrifici di tanti missionari, di tanti catechisti e genitori cristiani. All’incontro erano presenti anche giovani musulmani e di altre religioni: un segno di speranza per il Bangladesh, per l’Asia e per il mondo intero”.

Riflettendo - Amare il prossimo come se stessi, come ci invita a fare Gesù, vuol dire aiutare e infondere speranza, con gioia, alle persone che ci chiedono un aiuto e una parola di conforto con semplicità ed amore. Se cerchiamo di entrare in relazione con il prossimo in questo modo, noi possiamo essere come una lampada che illumina con la luce della fede ogni persona che incontriamo. Le persone che amano e si prodigano per il prossimo esistono in ogni popolo. Il Santo Padre, nel suo recente viaggio apostolico in Bangladesh e nel Myanmar, ha incontrato persone di buona volontà di fede musulmana e buddista che con amore ogni giorno aiutano chi chiede loro aiuto, donando sempre un sorriso ed una parola di conforto esprimono cosi la loro fede. (Fabio F.)

Per il video / testo completo della catechesi di Papa Francesco di mercoledì 6 dicembre, cliccare qui,

Cernusco sul Naviglio, 6 dicembre 2017