DON LUIGI CALDERA SPIEGA AI GIORNALI CHI È “DON MARIO, NUOVO ARCIVESCOVO DI MILANO”

Il prevosto emerito di Cernusco (1994-2008), compagno di seminario del nuovo arcivescovo di Milano, ha spiegato negli scorsi giorni ad Avvenire e al Corriere della sera chi è monsignor Mario Delpini. «A me ha colpito molto, venerdì – ha affermato don Luigi - sentirlo invocare la gioia come primo dono per Milano. Perché questo è il Mario. Lui dice: basta essere lamentosi, ogni giorno è nuovo, usciamo di casa e viviamo».


In Seminario, in prima fila: Don Luigi (terzo da sinistra) e monsignor Delpini (sesto da sinistra)
In pagina iniziale, da sinistra: monsignor Franco Giulio Brambilla, don Luigi Caldera, monsignor Mario Delpini.

«Si conoscono dagli anni in Seminario a Venegono – ha scritto Avvenire sabato 8 luglio - sono stati compagni di Messa in “quel lontano 7 giugno 1975 in cui ad imporci le mani a noi preti novelli, in Duomo a Milano, fu l’allora cardinale Giovanni Colombo” ma soprattutto a mantenere vivo il loro rapporto di “antica amicizia” è stata la capacità di ascolto tra un semplice parroco (“uno dei tanti preti badilanti” che costellano la diocesi ambrosiana come direbbe il cardinale Giacomo Biffi) dell’”immenso hinterland milanese” e il vicario generale della diocesi ambrosiana “quello che rimarrà per me semplicemente ‘don Mario’”. A raccontare questa storia “di amicizia antica ‘senza se e senza ma’” con il neo arcivescovo di Milano Mario Delpini – da tratti particolari – è don Luigi Caldera parroco a Cesano Boscone, classe 1951. “Abbiamo vissuto fianco a fianco – racconta – le stesse classi del Seminario: i turbolenti anni del 1968, della contestazione studentesca.”»

«Difficile a immaginare forse pensando agli incarichi ricoperti poi nella sua vita successiva come rettore di Seminario, di docente di patristica e infine di vescovo – si legge ancora su Avvenire - ma don Mario è stato un ragazzo capace di piccole ‘trasgressioni’. Ricordo ancora quando a notte fonda – con un piccolo drappello di seminaristi fidati – saltava il cancello del Seminario inforcava una vecchia vespa per salire su una collinetta della Bergamasca per guardare le stelle, ammirare le costellazioni del cielo e aspettare lì l’alba e poi tornare contento al momento della ‘sveglia’ in Seminario. Mi confidava: ‘è una piccola trasgressione che però mi aiuta a pregare e stare in colloquio con il Signore’”».


Monsignor Mario Delpini (Cernusco, oratorio Sacer, 30 settembre 2012)

Un’altra intervista è stata pubblicata dal Corriere della sera domenica 9 luglio. Immaginiamo che don Luigi, abile comunicatore e convinto sostenitore dell’importanza dei mezzi di comunicazione sociale - non abbia avuto difficoltà nel concedersi ai giornalisti. «”Ci sorprenderà. Con le prediche basate sulla storia di sua zia, con le battute fulminanti e con la capacità di farci sognare. Questo è il Mario”. Don Luigi Caldera – si legge sul più diffuso quotidiano italiano - parroco di San Giovanni Battista a Cesano Boscone, è tutt’altro che avaro di risate. Il racconto del suo amico neo arcivescovo è un labirinto di salti temporali, interruzioni, risate e aneddoti, che don Luigi conclude scandendo la stessa chiosa: “Questo è il Mario”».


«Ci sorprenderà. Con il suo stile, le sue battute, con le sue omelie piene di aneddoti sulla zia – riporta ancora il Corriere della sera – che, l’ho visto con i miei occhi, riescono a incantare i ragazzini delle cresime. E poi sarà un episcopato positivo”. Don Luigi ha quindi spiegato: “A me ha colpito molto, venerdì, sentirlo invocare la gioia come primo dono per Milano. Perché questo è il Mario. Lui dice: basta essere lamentosi, ogni giorno è nuovo, usciamo di casa e viviamo”. Alla domanda se monsignor Delpini riuscirà ad avere le battute giuste anche per questo, don Luigi ha risposto: “Ma sì, vedrete, è uno che saprà farci sognare, perché lui per primo difficilmente si lascia annegare nelle piccole cose. Il Mario è questo qui”».

Per leggere l’intervista di Avvenire, cliccare qui

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Cernusco sul Naviglio, 10 luglio 2017