Venerdì 29 Marzo

“E IO CHE COSA POSSO FARE PER LA MIA COMUNITÀ?”

Nell’attesa dell’esito del ballottaggio di domenica 25 giugno - tra Ermanno Zacchetti e Paola Malcangio per sapere chi sarà il nuovo sindaco e come sarà composto il consiglio comunale - torna utile riflettere su quanto accaduto al primo turno. Alle urne, domenica 11 giugno, si sono recati il 57,91% degli aventi diritto. Il non-voto non è un bel segnale e tanto meno la via per cambiare le cose.

Quello del non-voto è il partito che in città è cresciuto più di tutti: rispetto al 2012, sono stati 2410 i Cernuschesi che non si sono recati alle urne o che non hanno espresso un voto valido. È a questo partito, che vale ormai il 43,7% degli aventi diritto al voto, che la nuova amministrazione dovrà guardare con un’attenzione del tutto particolare.

A Cernusco al primo turno delle elezioni comunali si sono recati alle urne il 57,91% degli aventi diritto, al di sotto della media nazionale che si è attestata su un già striminzito 60 per cento. Se ci pensiamo bene è davvero troppo poco. Questo dato segnala una distanza tra politica e cittadini che è veramente grande e in progressiva crescita. Se riflettiamo sul fatto che le amministrative rappresentano il gesto democratico più vicino al territorio e i candidati al consiglio comunale sono persone generalmente conosciute, il dato non può che impressionare. C’è una distanza tra istituzione e popolazione, che questa volta nemmeno i Cinque Stelle e le tante liste civiche sono riuscite ad intercettare.

Ebbene, questa distanza indica una frattura tra politica e gente comune che deve preoccupare tutti. Se da un lato può esser vero che la politica o meglio gli uomini della politica in questi decenni non sono sempre stati all’altezza del proprio compito, bisogna riconoscere che astenersi dal diritto-dovere di votare non va nella direzione giusta. Certo, questa disaffezione per la cosa pubblica è un “trend” nazionale e anche internazionale. E qualcuno obietterà il fatto che non è andato a votare perché non si sentiva rappresentato da alcun candidato oppure perché “i politici son tutti uguali”.

In ogni caso il non-voto non è un bel segnale e tanto meno la via per cambiare le cose. Ora i nuovi eletti – sia di maggioranza che di opposizione – dovranno tenerne conto per recuperare prestigio ed autorevolezza. Ma anche i cittadini – soprattutto quelli che si sono astenuti – dovranno fare un passo in avanti o meglio un passo in fuori rispetto al proprio “piccolo mondo”, per confrontarsi con la democrazia, che sarà certo un sistema con tante imperfezioni ma senza dubbio il migliore di cui disponiamo. Lamentarsi che “la politica non fa nulla per me” è un atteggiamento sterile e alla fine controproducente. In realtà la costruzione del bene comune attende il contributo di ciascuno e pertanto la domanda che ci si deve porre è: “E io che cosa posso fare per la mia comunità?”

Quanto poi sta accadendo in questi giorni – apparentamenti o dichiarazioni di appoggio all’uno o all’atro candidato sindaco al ballottaggio, da parte dei partiti e delle liste che ne sono state escluse, in qualche caso con salto da uno schieramento all’altro – non aiutano certo ad avvicinare i Cernuschesi alla politica. Appaiono, infatti, come ‘manovre’ volte a conseguire un qualche interesse personale.

Nei prossimi giorni pubblicheremo le interviste ai due candidati sindaco al ballottaggio, per cercare di capire meglio le loro posizioni.

Cernusco sul Naviglio, 19 giugno 2017