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CONSIGLIO COMUNALE, ULTIMA SEDUTA

Colombo, presidente del consiglio comunale, ha parlato di cinque anni di “clima costruttivo e civile”. Il Sindaco di “anni belli e intensi”. Aimi (5 stelle) di “contesto positivo”, ma si poteva “spingere oltre”.


Foto archivio: aula consigliare (31 maggio 2016)

Esaurita la trattazione dell’ordine del giorno della seduta del consiglio comunale dello scorso 26 aprile, l’ultima per il ‘parlamentino’ eletto nel 2012, il presidente del consiglio comunale Fabio Colombo ha lasciato la possibilità a tutti i capigruppo di fare un breve bilancio del lavoro svolto in questi cinque anni. Il primo a intervenire è stato lo stesso Colombo.

Il presidente del consiglio comunale ha ringraziato “per il clima costruttivo e civile” che ha caratterizzato i lavori in aula, testimoniando così che “si può fare politica anche senza urlare”. Dopo aver ricordato il consigliere Giuliano Mossini (Forza Italia) deceduto improvvisamente lo scorso anno, ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto “tutti i consiglieri, perché da posizioni diverse abbiamo cercato di dare un contributo alla città”.

Danilo Radaelli (Sinistra per Cernusco) si è augurato di ”poter continuare ad occuparsi della cosa pubblica” e ha detto di non conservare “nessun astio e rancore per aver iniziato il suo mandato da una parte (i banchi della maggioranza, ndr) e finito dall’altra (con i consiglieri d’opposizione, ndr)”, a seguito del voto contrario del suo partito alla proposta di ampliamento del centro commerciale “Carosello”.

Lapidario Claudio Gargantini (Cernusco civica), che per un impegno già programmato ha poi lasciato l’aula: nessuna dichiarazione “tanto saremo qui ancora tutti al prossimo giro, ma a parti invertite”.

“In questo ciclo decennale (riferimento ai due mandati di Comincini, ndr) – ha affermato Maurizio Magistrelli (capogruppo del PD) - credo che le cose siano cambiate, con fatica magari e con qualche risultato non raggiunto.” Ha poi aggiunto che “questo consiglio ha operato in maniera costante e continua” e ha definito il suo “gruppo grande e coeso”. Quindi ha concluso che “pensare alla città del futuro è sempre una cosa interessante”, riferendosi ai provvedimenti approvati nelle tante sedute e volti a delineare il volto della città dei prossimi anni.

Per Mauro Aimi (5 stelle), “essere stato qui è stato positivo”. Ha quindi richiamato le interrogazioni e le mozioni presentate, ha definito “una vittoria significativa” l’introduzione del referendum consultivo, per il quale si è battuto, e ha riconosciuto di aver lavorato “in un contesto positivo, senza infiltrazioni malavitose, con conti pubblici buoni, in una comunità ricca dal punto di vista economico e culturale.” Ma ha aggiunto: “in questo contesto era interessante vedere che si poteva spingere oltre”, osare di più.

Un apprezzamento per il clima positivo di questi cinque anni è stato espresso anche da Mariangela Mariani (Vivere Cernusco), che a riprova di quanto dichiarato ha richiamato le molte mozioni votate all’unanimità, sottolineando inoltre l’importanza del “sapersi confrontare, saper dialogare e saper entrare nel merito delle questioni.”

L’augurio a tutti di perseguire le proprie aspirazioni, unito ai ringraziamenti, è stato lo stringato saluto di Claudio Keller (Gruppo misto).

Non ha preso la parola Cristian Mandelli, che eletto per la Lega nord ha poi abbandonato questa formazione nello scorso anno, mentre erano assenti gli ex consiglieri di Forza Italia, Gianluigi Frigerio e Fabrizio De Luigi.

Le conclusioni sono state tutte del Sindaco, Eugenio Comincini: “Sono stato in consiglio comunale per quindici anni. Tutti belli e intensi. Ho vissuto una straordinaria esperienza umana, perché a contatto con le persone, prima che politica e amministrativa”, aggiungendo poi che “senza relazioni umane non ha senso impegnarsi nell’attività politica.” Quindi ha espresso la convinzione che “la cosa più bella, quando si vuole bene alla propria città, è quella di dare il proprio contributo per la sua vita istituzionale”. Perché “stare in quest’aula mi ha dato modo di leggere in maniera diversa ciò che accade a Cernusco.”

Poi il Primo Cittadino ha ‘letto’ gli ultimi trent’anni di vita amministrativa: “Mi sento di dire che questa città in questi ultimi trent’anni - pur essendo cambiate le amministrazioni comunali, con colori politici diversi, e pur non esistendo un piano strategico a guida delle sue scelte - abbia, in qualche modo, lavorato su scelte strategiche condivise (centro storico, valorizzazione del lungo naviglio, politiche sociali, tutela dell’ambiente e delle sue diverse sfaccettature, salvo qualche passaggio …). Credo che sia bello per i cittadini potersi riconoscere nel percorso di una città al di là delle scelte fatte dalle forze politiche che l’hanno amministrata.”

Dopo aver ringraziato i suoi assessori e consiglieri, l’ammissione che “dieci anni sono tanti, ma non sufficienti per vedere realizzati i progetti che un’amministrazione comunale si pone”. A chiusura dell’intervento, un richiamo contro la facile demagogia: “mentre la società italiana è andata verso percorsi dove la velocità e la semplificazione dei processi sono diventati un po’ la base di tutto, la politica, l’amministrazione pubblica e la burocrazia, intesa in senso positivo, per loro natura non possono essere né semplici né veloci. Hanno delle regole che non possono essere smontate”. Quindi “da una parte abbiamo la politica con le sue regole, dall’altra i cittadini con pretese che non possono essere sempre accolte.”

Punto di vista – Come cittadini dobbiamo essere grati ai nostri rappresentanti che, in questi cinque anni, hanno preso a cuore le sorti della nostra Cernusco. Sono stati all’altezza del compito affidatogli? Ognuno - anche grazie, così almeno ci auguriamo, ai nostri articoli, che hanno cercato di riferire puntualmente su quanto accaduto e discusso in aula consiliare, ha gli strumenti per poterlo valutare.
Dobbiamo riconoscere che oggi fare politica non è né facile né gratificante. Perché nella società attuale i ritmi famigliari e lavorativi sono diventati più incalzanti ed esigenti e perché è montata un’ondata populista volta a screditare chiunque si impegna in politica, a qualsiasi livello. A quest’ultimo proposito, è significativo, invece, quanto detto dal consigliere grillino. Ha riconosciuto di aver lavorato in “un contesto positivo, senza infiltrazioni malavitose, con conti pubblici buoni”.
Ci ha incuriosito la dichiarazione del Primo Cittadino su un ipotetico e condiviso ‘piano strategico’ posto a guida delle scelte fatte in questi ultimi trent’anni dalle amministrazioni comunali che si sono succedute alla guida della città: perché, se così fosse, ci si dovrebbe domandare: la sua amministrazione in che cosa si è differenziata rispetto alle altre? (C&A)

Cernusco sul Naviglio, 1 maggio 2017