“ERO CIECO E ORA CI VEDO”

Domenica 26 marzo, IV di Quaresima – “Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla”.

Il rito ambrosiano interpreta la Quaresima come una ripresa del percorso battesimale. In questa domenica viene presentato alla nostra meditazione un aspetto del Battesimo molto importante, che illumina la vita e la trasforma, facendo del cristiano un “illuminato” che “illumina”. Perciò, per rivivere il nostro Battesimo, riprendiamo le tappe della “via della luce”.

«Passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita». Quest’uomo cieco dalla nascita rappresenta ciascuno di noi. La condizione umana, pur illuminata dalla luce della ragione, si trova spesso nel buio; questo avviene quando si smarrisce il senso delle cose, ma soprattutto quando ci si trova di fronte alla “questione ultima” della nostra salvezza. Questa vita è destinata alla caducità oppure, come dice Gesù ai suoi discepoli, questo uomo è cieco perché si manifesti in lui la grandezza di Dio? Non possiamo salvarci da soli: il peccato, che genera la morte, ci tiene prigionieri.

Per leggere il testo completo del commento di don Luigi Galli, per “Famiglia cristiana”, cliccare qui

Per leggere i testi delle letture della Messa di domenica 26 marzo 2017, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 23 marzo 2017