“QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO”

Domenica 8 gennaio – “Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui.”


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La liturgia (di domenica 8 gennaio, ndr) celebra in modo solenne una delle manifestazioni annunciate nell’Epifania, cioè il battesimo di Gesù da parte di Giovanni Battista sulle rive del Giordano. Il battesimo di Gesù è diverso da quello con il quale ogni cristiano viene consacrato; merita, perciò, una meditazione attenta per cogliere il significato di un gesto che Gesù ha compiuto non per sé, ma per noi.

«Gesù dalla Galilea... venne da Giovanni, per farsi battezzare». Gesù è cresciuto in Galilea, in uno sconosciuto villaggio di nome Nazaret. Il Giordano, a differenza di Nazaret, non solo era conosciuto perché citato spesso nella Bibbia, ma ha avuto un significato preciso nella storia della salvezza. Il Giordano rappresenta il passaggio decisivo verso la Terra della promessa; come il Natale ci ha fatto vivere il mistero del Verbo che, incarnandosi, inizia una vita da vero uomo, così il battesimo al Giordano ci introduce nel mistero della vita di Gesù che si presenta come il Messia Salvatore. È un inizio e già annuncia la croce; Gesù risponde a Giovanni, che non voleva battezzarlo, che «conviene che adempiamo ogni giustizia». Per Gesù, uomo santo e senza ombra di peccato, il battesimo era il segno della sua totale condivisione con l’umanità peccatrice: è questa la sua giustizia. Il battesimo è la profezia della sua morte come «agnello di Dio che toglie i peccati del mondo».

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Cernusco sul Naviglio, 7 gennaio 2017