«DOPO AVER PRESO L’ACETO, GESÙ DISSE: “È COMPIUTO!”»

Domenica 26 giugno – “Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.”

In questa domenica ci viene offerto per la meditazione uno dei brani più densi di tutto il Vangelo. Vi troviamo infatti il senso della croce di Gesù. L’evangelista Giovanni legge la morte di Gesù pensando alla creazione della prima coppia umana: Gesù è il nuovo Adamo dal cui costato è tratta la nuova Eva, cioè la Chiesa. In croce si celebra l’amore sponsale di Dio per l’umanità e la dedizione incondizionata di Gesù per la sua sposa.

«È compiuto». Gesù, morendo in croce, porta a compimento la sua missione. Questo compimento può essere visto con due significati: Gesù porta a termine quanto richiesto dal Padre; nello stesso tempo la croce rivela in pienezza la realtà stessa di Gesù: «Veramente quest’uomo è Figlio di Dio». La croce è lo “spettacolo” dell’amore di Dio: in esso si compie la rivelazione. Alla croce nulla si può aggiungere e nulla si può togliere e ad essa tutti volgeranno lo sguardo.

Per leggere il commento completo di don Luigi Galli, per “Famiglia cristiana”, cliccare qui

Per leggere i testi delle letture della Messa di domenica 26 giugno 2016, VI domenica dopo Pentecoste, cliccare qui

Cernusco sul Naviglio, 23 giugno 2016