“NON VI LASCERÒ ORFANI”

Domenica 15 maggio, solennità di Pentecoste - «Lo Spirito Santo “difende” Gesù nel cuore dei credenti; è lo Spirito che convince della bontà della fede e che spinge ad affidarsi a Gesù.»

Si potrebbe dire che la festa di Pentecoste è la più importante dell’anno, perché solo il mistero dell’effusione dello Spirito rende possibile la sequela di Gesù e quindi la vita cristiana: senza lo Spirito Santo non esiste cristianesimo. Il lavorìo incessante e nascosto dello Spirito che santifica i cuori dei credenti è chiamato, nel linguaggio che ben conosciamo, grazia santificante. Nel cristianesimo tutto è grazia, perché la vita soprannaturale può essere solo un dono che viene dall’alto e non un processo di perfezionamento frutto dell’impegno umano. La libertà è chiamata in gioco come condizione per far fruttificare il dono, e non per meritarlo. Il nostro brano evangelico, per essere compreso in profondità, va inserito in questo straordinario progetto di salvezza che prevede, per i meriti di Gesù crocifisso, la partecipazione dell’uomo alla vita stessa di Dio.

«Il Padre vi darà un altro Paraclito». Il nome «Paraclito», nonostante a noi possa suonare strano, indica una realtà bellissima. «Paraclito» vuol dire colui che ti difende e che parla a tuo favore: è un grande avvocato. Avvocato di chi? Prima di tutto di Gesù: lo Spirito Santo “difende” Gesù nel cuore dei credenti; è lo Spirito che convince della bontà della fede e che spinge ad affidarsi a Gesù. Dal punto di vista emotivo e psicologico sembra che siamo noi a fare tutto ciò, ma nella realtà profonda è lo Spirito che agisce; nessuno può dire: «Abbà, Padre», se non per mezzo dello Spirito. Ma lo Spirito è anche il nostro Paraclito perché trasforma la nostra vita con la forza della grazia fino a renderci capaci di vivere la carità di Dio.

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Cernusco sul Naviglio, 12 maggio 2016