ASCENSIONE: DOV’È CRISTO LÀ SAREMO ANCHE NOI

Giovedì 5 maggio, per il rito ambrosiano, celebriamo la solennità dell’Ascensione di Gesù. Alle ore 21,00 tutta la Comunità pastorale è invitata a partecipare alla Messa in chiesa prepositurale.

La solennità dell’Ascensione nel rito ambrosiano, con l’ultima riforma liturgica, è stata riportata al 40° giorno dopo Pasqua, secondo l’indicazione cronologica che leggiamo negli Atti degli apostoli e secondo la costante tradizione liturgica della Chiesa. «Oltre alla fedeltà al dato biblico e alla tradizione della Chiesa - ha scritto don Marco Navoni - la scelta di celebrare in ogni caso l’Ascensione al 40° giorno dopo Pasqua vuole mettere in evidenza la specificità del calendario liturgico che non deve avere come sua prima preoccupazione quella di adeguarsi in ogni caso al calendario civile, spesso mutabile. In fondo per i primi tre secoli i cristiani celebrarono con fedeltà la domenica, con grandi sacrifici e anche con il rischio reale del martirio, quando la domenica non era ancora giorno festivo, insegnandoci che la partecipazione alla liturgia dipende più dalle convinzioni che dalle comodità di calendario.»


Chiesa prepositurale Santa Maria Assunta

«L'Ascensione, così come è presentata dalle letture bibliche di questa solennità (At 1, 6-13°; salmo 46; Ef 4, 7-13; Lc 24, 36b-53), dalla preghiera liturgica e dai canti della Messa, è parte inte­grante del mistero pasquale, nel senso che dà compimento alle apparizioni del Risorto rendendolo disponibile per sempre a ogni uomo attraverso la missione della Chiesa la quale, guidata e sorretta dalla forza dello Spirito Santo, lo testimonierà fino ai confini della terra: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso”. Festa della perfet­ta glorificazione del Figlio, festa del suo felice ritorno al Cielo, al Padre, l'Ascensione è anche il preannuncio della nostra futura glorificazione e del nostro felice ritorno a Dio, portando con noi la pienezza della nostra umanità salvata.» Cristo – si legge nel prefazio della Messa di questa solennità – «me­diatore tra Dio e gli uomini... non ci ha abbandonato nella po­vertà della nostra condizione umana, ma ci ha preceduto nella dimora eterna, per darci la sicura speranza che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi sue membra, uniti nella stessa gloria». (Commento di Claudio Magnoli, La Tenda, Àncora, maggio 2015)

Cernusco sul Naviglio, 2 maggio 2016