Venerdì 29 Marzo

«CHE LA GIOIA DEL SIGNORE RISORTO DIVENTI NORMALE, DIVENTI QUOTIDIANA!»

È stata quasi una lode alla “normalità cristiana” l’omelia della solenne veglia pasquale che don David Maria Riboldi, vicario parrocchiale per la pastorale giovanile, ha rivolto agli adolescenti e giovani riuniti nella chiesa prepositurale per la celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico. Alla Messa solenne del giorno di Pasqua, il prevosto ha invitato ad aprirsi all’incontro con il Signore risorto, che nella nostra vita “ci viene incontro spesso nel modo più quotidiano ed ordinario possibile.”


Don David accende il cero pasquale
Pagina iniziale: primo annuncio della Risurrezione (foto G. Melzi)

Dopo aver richiamato, nel segno appunto della “normalità” tanti atteggiamenti, momenti e impegni che dovrebbero caratterizzare la vita di un giovane che ha scelto di camminare con Gesù, il responsabile degli oratori cittadini ha così proseguito nella sua riflessione: «È normale sentir dire, la notte di Pasqua, che Gesù non è qui, che non è più nel sepolcro ed avere gli occhi pieni di Lui perché lo scopri davvero dovunque: proprio perché non è più nel sepolcro. E così è forse normale scoprire quanto è bello voler bene a Gesù. Scoprire che essere cristiani, anche se oggi siamo forse un po’ di meno nel mondo, non è poi così da fuori di testa e che forse se lo fossimo tutti, se diventasse davvero normale, sarebbe una gioia. Sarebbe una grazia straordinaria e potremmo così riscoprirci non più e non solo a fare il verso a questa radio straordinaria che amo tanto dei very normal people, ma - chi lo sa? - forse dei very christian people, che amano il Signore Gesù, che ne sono fiere, ne sono contente, e che ne hanno fatto una ragione di gioia e della propria vita.»


Proclamazione del Vangelo durante la solenne veglia pasquale (foto: G. Melzi)

Ecco quindi l’augurio di don David: «Cari auguri di buona Pasqua e che la gioia del Signore risorto diventi normale, diventi quotidiana, diventi ciò che sveglia al mattino, ciò che motiva le nostre scelte più nobili, ciò che riesce a motivare i nostri sacrifici e ciò che ci manda a letto la sera contenti e paghi di aver amato. Buona Pasqua a tutti voi!»

Alla Messa solenne del giorno di Pasqua, in chiesa prepositurale, alle ore 9.30, don Ettore Colombo – prevosto della città e responsabile della Comunità pastorale Famiglia di Nazaret – ha invitato i fedeli presenti ad aprirsi all’incontro con il Signore risorto, che nella nostra vita “ci viene incontro spesso nel modo più quotidiano ed ordinario possibile.”


Don Ettore durante una celebrazione in chiesa prepositurale (foto archivio: G. Melzi)

«Abbiamo bisogno di un Padre misericordioso – ha esordito don Ettore nella sua omelia - per essere in grado di affrontare le nostre debolezze e le nostre fragilità quotidiane. Quando sappiamo che c’è un Padre che ci ama e che ci vuole bene allora possiamo accostarci con fiducia a Lui, qualsiasi cosa abbiamo compiuto.» Abbiamo anche «bisogno del Risorto per costruire un’esistenza nuova nella normalità che Gesù ha potuto condividere con noi sino all’estremo, persino nella sofferenza, nel dolore e nella morte.» E ancora: «Abbiamo bisogno dello Spirito consolatore se vogliamo rinnovare la nostra speranza e offrirla al mondo intero, vincendo soprattutto oggi ogni paura ed ogni violenza che viene anche da una visione errata di Dio, che trasforma la sua grandezza in sopraffazione e morte.»

Nel giorno di Pasqua «chiediamo al Signore di vivere la stessa esperienza di conversione vissuta da Maria di Magdala (la prima persona ad aver visto il Signore risorto, come narra il Vangelo secondo Giovanni 20, 11-18 , ndr)»: è stato questo l’invito del prevosto, che poi ha concluso così: «Se siamo alla ricerca di un Dio che non è il Vivente, ma semplicemente un prodotto della nostra mente, allora il Signore stesso ci viene incontro, nel modo più ordinario e quotidiano, al punto da arrivare a scambiarlo per il custode del giardino, e, chiamandoci per nome, si fa riconoscere come il nostro Maestro e come il Risorto, invitandoci ad annunciarlo a tutti. Sia questo il nostro augurio di Pasqua che ci scambiamo vicendevolmente, nella pace del Signore.»

Cernusco sul Naviglio, 29 marzo 2016