L’IMPORTANZA DI COMPRENDERE, LA NECESSITÀ DI RALLENTARE

Da un lato “è importante comprendere per capire e per decidere. La gente oggi è estremamente confusa perché fa fatica a comprendere che cosa sta succedendo”. Dall’altro “dobbiamo convincerci che rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo può dare luogo a un’altra modalità di progresso e di sviluppo.” Queste alcune sollecitazioni emerse dalla serata di approfondimento sulla “Laudato sì”.

«Tra le parole dell’enciclica Laudato sì di Papa Francesco c’è comprendere. È importante comprendere – così ha esordito il professor Fabrizio Pezzani - per capire e per decidere. La gente oggi è estremamente confusa perché fa fatica a comprendere che cosa sta succedendo e perché si è verificata la crisi che stiamo vivendo». Crisi che, a parere del docente, è «evidentemente la conseguenza di un modello socio culturale che ha portato a una visione molto particolare dell’uomo e dell’uomo con la vita» che oggi non regge più.

Sulla necessità di comprendere, facendo la fatica di documentarsi, di interrogarsi e di confrontarsi, ha preso avvio la serata di approfondimento sull’enciclica di Papa Francesco Laudato sì - lo scorso venerdì 26 febbraio, alle ore 21, al cinema Agorà di via Marcelline – proposta da Azione Cattolica, Acli, Caritas cittadina, Agorà e Libreria del Naviglio. Sul palco, il professor Fabrizio Pezzani, docente ordinario del Dipartimento analisi delle politiche e management pubblico dell’Università Bocconi e don Walter Magnoni responsabile del Servizio per la Pastorale del lavoro della Diocesi di Milano. Con un pubblico attento, alcune centinaia di persone, e pronto a porre anche domande ai relatori, quando il moderatore della serata, Gianni Cervellera, lo ha chiesto.


Da sinistra: Sergio Locatelli (Gruppo acquisto solidale), Gianni Cervellera, Fabrizio Pezzani, don Walter Magnoni (fotografie: G. Melzi)

«Essendosi sviluppato un modello culturale individualista, in cui l’uomo è in cerca di una felicità materiale – ha sottolineato il docente della Bocconi - oggi la natura non è più la madre natura ma una miniera infinita da cui tirar fuori tutto quello che serve per dare soddisfazione.» Con la conseguenza che «la fase della storia che oggi stiamo vivendo è quella di una crisi antropologica. Non è una di quelle crisi che capitano più o meno ogni dieci anni, ma è una transizione provocata dal collassamento del modello socio-culturale sul quale si reggeva la nostra società.» Il docente è quindi passato a descrivere i corsi e ricorsi della storia e dei meccanismi che governano l’economia e la finanza mondiale, dove quest’ultima ha ormai sostituito l’altra. «La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata – scrive Papa Francesco nell’enciclica - la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale.» Oggi noi viviamo in una situazione nella quale dobbiamo impegnarci per combattere l’«illusione della finanza» ed è importante che «la gente incominci a capire perché siamo arrivati a questo punto.»

«Il paradigma tecnocratico dominante, ovvero l’uomo che assolutizza il profitto – ha affermato l’altro relatore, don Walter Magnoni - è al centro della denuncia del Papa nel terzo capitolo della Laudato sì.» Il profitto – ha spiegato Magnoni - «diventa un problema quando è l’unico fine dell’attività dell’uomo. Perché allora la finanza domina sull’economia e sulla politica». Il relatore ha poi indicato alcuni aspetti, a suo parere, importanti dell’enciclica. Il primo «è che la questione ambientale e la questione sociale non sono due questioni separabili, ma sono un’unica questione, perché tutto è connesso e tutto è in relazione».

La “rapidación” (rapidizzazione) - Il secondo fa riferimento a un termine usato dal Papa al n° 18, “rapidación” (rapidizzazione): «La continua accelerazione dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta – scrive il Pontefice - si unisce oggi all’intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro, in quella che in spagnolo alcuni chiamano “rapidación” (rapidizzazione). Benché il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione biologica. A ciò si aggiunge il problema che gli obiettivi di questo cambiamento veloce e costante non necessariamente sono orientati al bene comune e a uno sviluppo umano, sostenibile e integrale. Il cambiamento è qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualità della vita di gran parte dell’umanità.» Don Walter ha quindi sottolineato che oggi le nostre abitudini sono profondamente cambiate perché «oltre alla globalizzazione, c’è stata la rivoluzione digitale, con la grande trasformazione portata dalla comunicazione del web». La rapidación” mette in luce che noi oggi rischiamo di essere assorbiti da un mondo molto veloce, che però non garantisce la solidità di pensiero.»

L’invito a rallentare - Ecco, allora, che Papa Francesco, ci dice che «rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo può dare luogo a un’altra modalità di progresso e di sviluppo. Gli sforzi per un uso sostenibile delle risorse naturali non sono una spesa inutile, bensì un investimento che potrà offrire altri benefici economici a medio termine. Se non abbiamo ristrettezze di vedute, possiamo scoprire che la diversificazione di una produzione più innovativa e con minore impatto ambientale, può essere molto redditizia. Si tratta di aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo.» (n° 191). Questa indicazione, data anche all’economia e alla finanza, è per Magnoni il terzo elemento importante dell’enciclica.


L’intervento del rappresentante di “Terre di mezzo”

L’enciclica in sintesi, primo e secondo capitolo - Il responsabile del Servizio per la Pastorale del lavoro della Diocesi di Milano ha poi fatto una sintesi della Laudato sì. «Nei primi due capitoli il Papa si domanda che cosa sta succedendo nella realtà odierna: ci sono problemi legati all’inquinamento, all’acqua, al clima … Subito dopo c’è il Vangelo della creazione in cui ci dice una cosa importante: noi possiamo guardare alla realtà con occhi da credenti e comprendere quello che accade anche grazie alla parola Dio.»

«Il terzo capitolo, insieme a quello successivo – ha proseguito don Walter - sono una denuncia sulla storia e sulla società. Nel terzo denuncia il paradigma tecnocratico dominate, dove la finanza sovverte l’economia. Questo terzo capitolo ha delle parti che parlano del lavoro, in cui invita a recuperare una dimensione relazionale del lavoro. Per il Papa la sfida è superare una visione strumentale, in cui io utilizzo l’altro per i miei fini, per recuperare invece dei rapporti in cui cerco l’altro perché mi interessa, avendo presente i tre rapporti fondamentali che ogni persona deve vivere: i rapporti con Dio, con gli altri e con la terra. Ecco che dove noi non viviamo bene questi rapporti generiamo il peccato.»

Don Walter ha messo in guardia i credenti dal pericolo che possono correre oggi, quello di separare la fede dalla vita: «facciamo delle belle celebrazioni ma poi non riusciamo a tradurre quello che celebriamo dentro il vivere quotidiano.»

«Il quarto capitolo – ha aggiunto Magnoni – ci dice come opporsi al paradigma tecnocratico dominante: con un’ecologia integrale, per ritrovare così il nesso tra ecologia e socialità, la cura delle relazioni, ricordando che tutto è connesso, è in relazione, per ritrovare un contesto umano, dove l’umano e lo spirituale stanno insieme, dove si riescono a ricuperare i valori centrali del vivere.»

«Il quinto e sesto capitolo – ha aggiunto don Walter - ci dicono che cosa noi possiamo fare in concreto. Perché la forza di questo testo è che entra negli stili di vita e nelle azioni. Il quinto capitolo richiama le operazioni che possono essere fatte, rievocando tutta una serie di azioni fatte dalle grandi potenze che non hanno prodotto nulla perché non c’era concretezza nelle loro scelte. Troppe volte le superpotenze non sono disposte a mettere in gioco qualcosa di se stesse per migliorare il sistema, che è iniquo. Il Papa indica un’urgenza: ricuperare una governance internazionale per uscire da un individualismo degli stati. Il sesto capitolo ci interroga sui nostri stili di vita. Parla delle questioni educative e spirituali e qui il Papa ci dice che non possiamo pensare che questi problemi li risolva solo la politica o i grandi livelli, spetta anche a noi, come singoli e comunità fare qualcosa e parla quindi delle piccole azioni quotidiane che ciascuno deve metter in campo.»

Le piccole azioni quotidiane, nuovi stili di vita - Alcune di queste azioni, che possono portare a nuovi stili di vita quotidiani, sono stati raccontati nelle esperienze di un Gruppo di acquisto solidale (Gas) cittadino e di Terre di mezzo, che organizza ogni anno ”Fa’ la cosa giusta!”, fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, giunta quest’anno alla tredicesima edizione e in programma dal 18 al 20 marzo prossimi a Fieramilanocity.


L’intervento di Daniele Restelli, responsabile della Caritas cittadina

A conclusione dell’incontro, gli organizzatori hanno distribuito al pubblico presente un pieghevole per ricordare alcune specifiche azioni che possono aiutare a cominciare un percorso virtuoso: consuma responsabilmente, informa e discerni, coltiva le relazioni, proteggi l’ambiente, sostieni un’iniziativa sociale, vivi il tempo.

Le provocazioni e sollecitazioni emerse dalla serata di approfondimento sono state molto di più di quelle che noi abbiamo ripreso. Ne abbiamo riportate solo alcune, come stimolo, per chi non lo avesse ancora fatto, a iniziare la lettura dell’enciclica o per approfondirne i diversi temi che affronta per chi si è già soffermato sulle sue pagine.

Cernusco sul Naviglio, 27 febbraio 2016