SCOLA: “IL GIUBILEO È SORGENTE E ANNUNCIO DI SPERANZA PER TUTTI”

Aperta la Porta della Misericordia della nostra cattedrale, domenica 13 dicembre, durante la solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo, cardinale Angelo Scola. Al centro dell’anno giubilare, ha sottolineato l’arcivescovo, «c’è la Grazia in persona, Gesù Cristo, misericordia del Padre».

«“Vi sarà gioia nel cielo per un peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7). Con queste parole, Gesù introduce le parabole della misericordia del quindicesimo capitolo del Vangelo di Luca»: con questa citazione il nostro arcivescovo, il cardinale Angelo Scola, ha iniziato la sua omelia durante la solenne celebrazione, nel Duomo di Milano, di apertura in diocesi del Giubileo straordinario della misericordia, domenica 13 dicembre. Le parole del Vangelo di Luca sono le medesime che sono risuonate, prima dell’inizio della Messa, nella celebrazione di apertura della Porta della Misericordia della nostra Cattedrale.

«Perché un Anno Santo della Misericordia? Cosa significa il dono del Giubileo per le nostre comunità cristiane e per le nostre persone?» si è chiesto l’arcivescovo, che poi ha cosi risposto: «Dio si è incarnato per entrare nella trama della nostra esistenza. Nel Natale il Signore Gesù si fa uno come noi qui ed ora, nel tempo e nello spazio. Col Giubileo, seguendo le orme di Gesù, la Chiesa offre tempi determinati – l’anno giubilare va dall’8 dicembre di quest’anno alla festività di Cristo Re del 2016 – e luoghi precisi (il nostro Duomo insieme ad altre chiese e santuari della diocesi ambrosiana) perché la misericordia riscatti il nostro peccato, mediante il perdono. Il tempo non rovina più verso la morte, ma viene trasformato, dalla pazienza amante del Padre, che ci aspetta come figli nel Figlio. Il Giubileo, per questa ragione, è sorgente e annuncio di speranza per tutti, soprattutto per coloro che si sentono esclusi dalla salvezza.»

Al centro dell’anno giubilare, ha sottolineato l’arcivescovo, «c’è la Grazia in persona, Gesù Cristo, misericordia del Padre. Egli è la “porta” che apre e riapre ad universale respiro il nostro cuore e la nostra mente. Solo il Figlio può rivelare il mistero di misericordia del Padre. Come il Battista, la Chiesa è tutta protesa verso la manifestazione di Gesù. Ogni parola, ogni indicazione, ogni iniziativa da parte della comunità cristiana non ha altro scopo che questo: lasciarsi prendere a servizio dall’incontro, carico di amore, tra ogni uomo e il Volto stesso della misericordia: Cristo Signore. Lungo tutto l’Anno Santo anche noi, come san Paolo, potremo ripetere a tutti i fratelli che il Padre metterà sul nostro cammino: «Siamo i vostri servitori a causa di Gesù» (Epistola, 2Cor 4,5).»

«Il Signore ci chiama ad abbandonare ogni tentativo di salvarci con le nostre mani – ha aggiunto il cardinale Scola - inesorabilmente condannato al fallimento e perciò a quella sorda disperazione che si chiama cinismo e avvelena le nostre giornate. Ci chiede di affidarci completamente a Lui. Il Signore vuol rendere feconda la terra della nostra esistenza, vuole che il nostro convivere nella società plurale diventi occasione di bene per ciascuno dei membri della nostra comunità, vuole che la logica dell’esclusione e dello scarto lascino lo spazio alla logica del dono e alla cultura dell’incontro.»

Cernusco sul Naviglio, 14 dicembre 2015