SCOLA: “LA SORGENTE DI OGNI SPERANZA È NEL DIO FATTO UOMO”

“La sorgente della speranza - ha detto l’arcivescovo, cardinale Angelo Scola, all’omelia della Messa di Natale nel Duomo di Milano - che vince ogni paura è qui, scaturisce dal fatto che un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Che uno creda o non creda il fatto che Dio si sia fatto, in questo modo, uno come noi resta, lungo i secoli, una notizia sbalorditiva”.

“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Anche oggi la Chiesa si rivolge a ciascuno di noi, ripetendoci: Non temere. Eppure non è facile sgombrare il cuore da ogni timore”. Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha ripreso le parole dell’angelo ai pastori per commentare il vangelo durante la Messa della mattina di Natale, che ha celebrato in Duomo. “Infatti, come è possibile non temere quando la guerra dilaga in tutto il pianeta – ha affermato ancora –, quando migliaia di uomini e donne sono costretti a fuggire e a rifugiarsi fuori dalle loro terre, quando le nostre stesse esistenze appaiono minacciate non solo da efferati attentati terroristici, ma dalla violenza dell’esclusione, dello scarto, della fame e della miseria, di una cultura incapace di accogliere la vita dal suo concepimento al suo fine naturale? Si può veramente, soprattutto oggi, vivere senza timore?”

La risposta per Scola è nella nascita di Gesù: “La sorgente della speranza che vince ogni paura è qui, scaturisce dal fatto che un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Che uno creda o non creda il fatto che Dio si sia fatto, in questo modo, uno come noi resta, lungo i secoli, una notizia sbalorditiva”. L’Arcivescovo di Milano ha poi ricordato le conseguenze di questa notizia: “La nuova parentela che Gesù inaugura introduce nella vita della nostra società plurale un’incessante tensione di accoglienza reciproca, criterio di effettiva convivenza tra gli uomini a tutti i livelli. Da quelli primari della famiglia e dei corpi intermedi che arricchiscono la nostra società civile, in cui la gratuità precede ogni altra considerazione, a quelli delle istituzioni statuali chiamate a mostrare perché l’accoglienza sia adeguata e rispettosa del bene comune di tutta la società, evitando sia rigide chiusure che ingenue aperture”. Per Scola “la fraternità che il Natale ha immesso nella storia degli uomini, soprattutto in Occidente, può e deve diventare criterio della vita pubblica segnata dal delicato ma inscindibile nesso tra misericordia e giustizia”.

Alla Messa di Mezzanotte, l’arcivescovo ha parlato della “luce vera che illumina, ogni uomo.” «Tutti i pericoli, esterni e interni a noi, e la ferocia che mi­nacciano i nostri giorni, spesso lascian­doci l’impressione di barcollare nel buio – ha detto il cardinale Scola - non possono cancellare il fatto: nella sto­ria degli uomini è entrata la luce vera che illumina, ogni uomo. La notte di Natale a Betlemme si è aper­ta la strada che ci permette di cammina­re nella luce. La tradizione della Chiesa ha identificato il contenuto di questo "cam­minare nella luce" nello spendere la no­stra esistenza amando Dio e tutti i nostri fratelli. Pratichiamo, allo­ra, condivisione, ospita­lità, giustizia e pace, par­tendo dagli ultimi», è stato l'invito dell'arcive­scovo, che ha anche ricordato «i cinquemila che non hanno posto per dormire a Milano».

Per approfondire :
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Cernusco sul Naviglio, 28 dicembre 2015