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GIORNATA PER LA VITA, AMARE LA VITA È PRENDERSI CURA DELL’ALTRO

Nella prossima “Giornata per la vita” – domenica 7 febbraio – siamo chiamati a sostenere il Centro di Aiuto alla Vita, ma soprattutto a riflettere sull’«elenco impressionante» degli attentati alla vita. Che possono essere sventati contagiando la società di misericordia, come ci ricordano i vescovi italiani. Altro dato preoccupante è il calo demografico del nostro Paese, «che in buona parte scaturisce da una carenza di autentiche politiche familiari».

«È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia»: è questo l’«elenco impressionante» degli attentati alla vita stilato dai vescovi italiani nel messaggio per la 38ª Giornata nazionale per la vita, che si celebrerà domenica 7 febbraio. Messaggio che, richiamandosi all’Anno Santo straordinario della misericordia, poi prosegue ricordando che «contagiare di misericordia significa aiutare la nostra società a guarire da tutti gli attentati alla vita», «contagiare di misericordia» «significa affermare – con Papa Francesco – che è la misericordia il nuovo nome della pace». «La misericordia farà fiorire la vita», si legge nel messaggio: «Quella dei migranti respinti sui barconi o ai confini dell’Europa, la vita dei bimbi costretti a fare i soldati, la vita delle persone anziane escluse dal focolare domestico e abbandonate negli ospizi, la vita di chi viene sfruttato da padroni senza scrupoli, la vita di chi non vede riconosciuto il suo diritto a nascere.»


Foto Osservatore Romano / SIR

Il preoccupante calo demografico del nostro Paese è un altro tema richiamato nel messaggio. Calo, scrivono i vescovi italiani, «che in buona parte scaturisce da una carenza di autentiche politiche familiari.» Poi spiegano: «Mentre si continuano a investire notevoli energie a favore di piccoli gruppi di persone, non sembra che ci sia lo stesso impegno per milioni di famiglie che, a volte sopravvivendo alla precarietà lavorativa, continuano ad offrire una straordinaria cura dei piccoli e degli anziani. È la cura dell’altro – nella famiglia come nella scuola – che offre un orizzonte di senso alla vita e fa crescere una società pienamente umana.»

I dati sulle nascite evidenziano un crollo inarrestabile. In Italia nascono sempre meno bambini, soprattutto da coppie italia­ne. Per la prima volta, sulla base dei dati relativi al 2014, siamo sotto i 400mila, mentre aumentano quelli fuori dal ma­trimonio e cresce il numero delle donne senza figli. Nel 2014 sono stati iscritti all'anagrafe, in Italia, 502.595 neonati, quasi 12mila "culle" in meno rispetto all’anno precedente. Viene confermata, quindi, la parabola discenden­te iniziata nel 2008, quando i nati erano 74mila in più. Questi dati emergono dal rapporto Istat sulla "Natalità e fecondità della popolazione residente nel 2014", l’ultimo disponibile, reso noto nello scorso novembre.

I figli nati all’interno del matrimonio continuano a diminuire sensibilmente: nel 2014 sono appena 363.916, ovvero 100mila in meno rispetto a 6 anni fa. I nati da genitori non coniugati, invece, aumentano: sono ol­tre 138mila, quasi 26mila in più sul 2008. Il calo della natalità in Italia dura da tem­po e al punto cui è giunto – sottolineano gli esperti - produrrà conse­guenze serie negli anni a venire. Le donne in età riproduttiva sono sempre di meno, il tas­so di fecondità è sceso a 1,37 figli per donna (dall’1,39% precedente), sale ancora l’età in cui si mette al mondo un figlio. La crisi economica e il contesto di incertezza hanno inciso in modo netto nel condurci in questo inverno demografico che sembra non avere fine, anche perché in questi anni è man­cata del tutto una politica di sostegno e di promozione culturale della natalità, oltre che di aiuto economico a chi diventa genitore. È una visione di corto periodo che arriva da lontano, ma che sta presentando il suo conto pesantissimo oggi. L’Italia è un Paese anziano, dal quale se ne vanno i giovani, che interessa sempre meno agli stranieri, disertato persino dalle cicogne.

Ai credenti spetta innanzitutto «farsi diffusori di vita - ci ricordano i nostri vescovi - “costruendo ponti” di dialogo, capaci di trasmettere la potenza del Vangelo, guarire la paura di donarsi, generare la “cultura dell’incontro”» a partire dalla famiglia. In essa, «il sogno di Dio - fare del mondo una famiglia – diventa metodo quando si impara a custodire la vita dal concepimento al suo naturale termine e quando la fraternità si irradia dalla famiglia al condominio, ai luoghi di lavoro, alla scuola, agli ospedali, ai centri di accoglienza, alle istituzioni civili.»

C&A

Per leggere il testo integrale del messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per la 38^ Giornata nazionale per la vita, cliccare qui.

Per leggere “Il Centro di Aiuto alla Vita ha bisogno del nostro sostegno”, cliccare qui .

Cernusco sul Naviglio, 1 febbraio 2016