Venerdì 29 Marzo

OLTRE CENTO COMMENSALI AL PRANZO DI CAPODANNO DELLA CARITAS CITTADINA

“La condivisione del pasto – e, oltre che del cibo, anche degli affetti, dei racconti, degli eventi … – è un’esperienza fondamentale”: questa frase di Papa Francesco ha incoraggiato la Caritas cittadina nel preparare, per il pranzo di Capodanno, una tavola colorata e ben addobbata per un’ottantina di persone, a cui si sono aggiunti una ventina di volontari, secondo una consuetudine che si ripete da parecchi anni, tanto da diventare ormai una bella tradizione.

Dalla cucina agli addobbi, dalla preparazione della tavola al menù, dal servizio ai tavoli al saluto finale con un piccolo regalo: i volontari della Caritas cittadina hanno fatto le cose per bene per far sentire a casa loro, in un ambiente accogliente, gli “invitati speciali” del pranzo di Capodanno. Anche un gruppo di adolescenti che hanno festeggiato l’arrivo del nuovo anno in Sacer sono poi rimasti in oratorio per accogliere gli ospiti e dialogare con loro. A fare gli onori di casa c’erano don Davide, vicario parrocchiale per la pastorale giovanile, Daniele Restelli e Marco Della Torre della Caritas cittadina.


I volontari della Caritas cittadina al pranzo di Capodanno

Al pranzo hanno partecipato alcuni gruppi di badanti, provenienti da diversi paesi dell’Europa orientale, che si prendono cura dei nostri anziani. Per loro, lontane da casa e dagli affetti più cari, è stata l’occasione per ritrovarsi con altri connazionali e condividere, nelle poche ore libere dal loro impegnativo servizio, un momento di festa, ricordando le loro tradizioni. Presenti anche giovani senegalesi che siamo abituati a incontrare per le vie della nostra città: li riconosciamo subito perché hanno sempre tra le mani dei libri da proporci per un “baratto” che vuole avere una sua dignità. E poi non sono mancate parecchie famiglie seguite dal Centro di ascolto della Caritas cittadina, che per ciascuna di loro sta curando un percorso di reinserimento sociale.


Le volontarie della Caritas cittadina che hanno cucinato il pranzo di Capodanno

Il menù, per quest’occasione, non aveva nulla da invidiare a quelli preparati nelle nostre case per le ricorrenze più importanti. E non poteva essere diversamente. Con la particolarità che tutto quanto è stato cucinato è frutto di donazioni. Una condivisone che allarga il cuore e che dice quanta sia ancora diffusa la generosità tra i cernuschesi, nonostante qualche segnale ci potrebbe portare a pensare diversamente. Ai commensali, i volontari hanno servito dapprima l’antipasto, poi un primo, a seguire un secondo e infine l’immancabile panettone o pandoro con un buon bicchiere di spumante. Il tutto nello stile sobrio a cui queste tavolate invitano.


Firenze, 10 novembre 2015: Papa Francesco pranza con i poveri (foto L'Osservatore Romano / SIR)

I volontari più esperti hanno dettato i tempi delle portate per consentire ai commensali di dedicare il giusto tempo alla conoscenza, alla scambio di esperienze, ma anche alla confidenza con gli altri presenti. Perché si sa che è a tavola che ci si apre più facilmente all’incontro e alla confidenza con chi siede con noi. Ce lo ha ricordato anche recentemente Papa Francesco. “La condivisione del pasto – e, oltre che del cibo, anche degli affetti, dei racconti, degli eventi … – è un’esperienza fondamentale”. E ancora: “La convivialità è un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti: se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla, ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia ‘poco famiglia’”. D’altra parte ha aggiunto: “Gesù insegnava volentieri a tavola, e rappresentava talvolta il regno di Dio come un convito festoso. Gesù scelse la mensa anche per consegnare ai discepoli il suo testamento spirituale, condensato nel gesto memoriale del suo Sacrificio”. Ecco perché è importante condividere il pasto.

Al termine del pranzo, durato più di due ore, i volontari hanno fatto in modo che gli invitati non andassero via a mani vuote. E come sarebbe potuto accadere?! A ciascuno di loro, la Caritas cittadina ha consegnato un piccolo regalo, che ha preparato attingendo a quanto i cernuschesi hanno donato per questa iniziativa, che non ha avuto bisogno di tanti proclami per sollecitare la generosità, perché chi decide di fare spazio nel proprio cuore agli altri, condividendo anche concretamente qualcosa, sa sempre a chi rivolgersi.


La generosità dei cernuschesi per il pranzo di Capodanno

Dopo il pranzo di Capodanno, la Caritas cittadina continua con “Insieme a ta­vola” a offrire settimanalmen­te circa 100 pasti, al martedì a mezzogiorno e al giovedì sera al Centro cardinal Colombo di piazza Matteotti, a chi si trova in situazione di bisogno. Un servizio – ci dice Daniele Restelli, responsabile della Caritas cittadina – che vuol essere innanzitutto un momento di condivisione con chi si trova in difficoltà, perché grazie al cielo a Cernusco nessuno è privo del necessario per poter mangiare.

Cernusco sul Naviglio, 6 gennaio 2016