FESTA DI SANT’AGATA, CON TANTA VOGLIA DI STARE INSIEME

In occasione della festa della martire catanese, che la Chiesa celebra il 5 febbraio, le “donne di sant’Agata” invitano a partecipare alla tradizionale cena, preceduta dalla Messa in prepositurale.

«Venerdì 5 febbraio ci troveremo per la XXIV edizione della “Festa della donna’’. Come al solito - scrivono le “donne di sant’Agata”, organizzatrici della serata – la Messa sarà alle ore 18,30 in Santa Maria Assunta, a seguire da “Peppino" a Carugate per la cena. Sarà una serata diversa, vissuta tra una risata e l’altra e tanta allegria. Secondo una formula ormai collaudata. Le iscrizioni si ricevono presso le segreterie degli oratori o telefonando a: Vittoria tel. 02.9245136, Tiziana 02.9235990, Giovanna 02.9230534.» Infine, l’invito a partecipare «con tanta, tanta voglia di stare insieme.»

«Le donne della Comunità Famiglia di Nazaret – hanno scritto le organizzatrici su Voce Amica di marzo 2015, a commento della festa di sant’Agata 2015 - si sono ritrovate, come ogni anno il 5 febbraio, per festeggiare la loro protettrice Sant’Agata, esempio di donna che ha testimoniato la sua fede a costo della vita. La Messa ha dato il via alla serata, sempre all’insegna della semplicità e dell’amicizia. E dove c’è condivisione inevitabilmente c’è una tavola apparecchiata! “Peppino “di Carugate è lo storico ristorante che da anni ci ospi­ta con i suoi deliziosi piatti e la sua tradizionale ospitalità. Ed è sempre attorno ad una mensa che ci si scambiano esperien­ze, emozioni, la quotidianità e l’affetto. La cena, sempre molto ricca e curata, è solo un pretesto; un pretesto per godere dei momenti divertenti gestiti con brillante ironia da Tiziana e Gio­vanna.»

Sant’Agata è un modello di vita cristiana a cui guardano le donne e per questo viene ricordata con particolare affetto ogni anno, nel giorno della sua memoria liturgica. «Agata è stata una ragazza forte e decisa, una vera cristiana! Nei tempi in cui si dice sia vissuta essere cristiani, testimoniare Cristo non era una cosa facile e scontata. Il contesto religioso e sociale del tempo, lo stesso Stato non accettavano i cristiani i quali erano spesso, se coerenti con la testimonianza della loro fede, soggetti alla persecuzione e al martirio. Il loro modo di vivere, il loro modo di pensare. Il loro modo di fare era diametralmente opposto al modo di fare, di vivere, di pensare comune. La religione dei cristiani, a quei tempi era una testimonianza di fede, di speranza, di amore, di impegno spesso diametralmente di segno contrario al modo di vedere e di pensare e di agire di tutti gli altri. Anche i riti, le processioni, le feste religiose pagane non attiravano per nulla i cristiani, essi li consideravano come superstizioni indegne della vera fede in Dio. Agata è testimone di tutto questo. Per questo è stata imprigionata. Per questo è stata torturata. Per questo è stata uccisa.
Per questo la chiamiamo “santa”.» (Catania, 4 febbraio 2012, don Salvatore Resca, vice parroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Sant’Agata è patrona della città di Catania)

Cernusco sul Naviglio, 25 gennaio 2016