NEGLI ORATORI, FALÒ DI SANT’ANTONIO

Torna il tradizionale falò di sant’Antonio: sabato 16 gennaio, in Sacer e alla Madonna del Divin Pianto . Un evento molto diffuso, quando la maggior parte dei cernuschesi erano contadini.

Negli anni della Cernusco contadina ad accendere i falò, all’imbrunire, erano i contadini all’interno dei loro poderi, piccoli o grandi che fossero, o dei loro cortili. Un rituale a cui nessuno voleva rinunciare. Era naturalmente un momento di grande festa per tutti, grandi e piccoli. Si preparavano per tempo le cataste di legna secca ma anche se ne approfittava per bruciare oggetti in legno che non servivano più. A sera il cielo del nostro paese si infiammava per l’accendersi dei tantissimi fuochi e nell’aria si diffondeva l’odore acre delle legna che bruciava. Inoltre, poesie, filastrocche e frittelle (i tortèj) nella tradizione popolare sono legati a questo evento del giorno di sant’Antonio.

Nel “Martirologio Romano” si legge che san’Antonio «rimasto orfano, facendo suoi i precetti evangelici distribuì tutti i suoi beni ai poveri e si ritirò nel deserto della Tebaide in Egitto, dove intraprese la vita ascetica; si adoperò pure per fortificare la Chiesa, sostenendo i confessori della fede durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, e appoggiò sant’Atanasio nella lotta contro gli ariani. Tanti furono i suoi discepoli da essere chiamato padre dei monaci. Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici; in alcuni paesi di origine celtica, sant’Antonio assunse le funzioni della divinità della rinascita e della luce, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, così sant’Antonio venne rappresentato in varie opere d’arte con ai piedi un cinghiale.» E ancora: «Per millenni e ancora oggi, si usa nei paesi accendere il giorno 17 gennaio, i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di sant’Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno all’imminente primavera. Le ceneri poi raccolte nei bracieri casalinghi di una volta, servivano a riscaldare la casa e con apposita campana fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi.»


Il falò di sant’Antonio 2015 in Sacer (foto G. Melzi)

Ad accendere o falò sono ormai rimasti pochi contadini … e gli oratori cittadini. In Sacer, l’appuntamento per l’accensione del falò è alle ore 21,00, a seguire la benedizione degli animali, secondo una recente consuetudine locale che, invece, altrove è diffusa da secoli; possibilità anche di cenare in Oratorio, a partire dalle ore 19,30, previa prenotazione in segreteria. All’Oratorio della Madonna del Divin Pianto, l’accensione del falò è alle ore 20,30, con successiva distribuzione di vin brulè.

Cernusco sul Naviglio, 11 gennaio 2016