GIORNATE EUCARISTICHE: DALL’INCONTRO “CON CRISTO LA POSSIBILITÀ DI PENSARE E DI SENTIRE COME LUI”

I fedeli della Comunità pastorale sono invitati, da domenica 25 a giovedì 29 ottobre, a partecipare alle Giornate eucaristiche. In una società dominata dalla fretta e dal rumore sembra quasi un paradosso chiedere di fermarsi e di dedicare qualche ora della giornata al silenzio, alla preghiera, alla meditazione della Parola e all’adorazione dell’Eucaristia. È una richiesta che interessa tutti i Cernuschesi.

Siamo immersi in un panorama desolante di una vera e propria aggressione acustica che ci ha abituati e costretti a stressanti rumori di fondo. Su coi decibel, sia che si tratti di musica, di traffico congestionato nelle ore di punta, di un parlare al cellulare gridato e buttato in faccia agli altri, di sfogo sguaiato per strada o nei luoghi pubblici. Viviamo, inoltre, in una società dai ritmi frenetici, dove molti lamentano la mancanza di tempo, incalzati dagli impegni quotidiani, per potersi fermare a pregare, ritenendo prioritario fare prima altre cose. Forse questo modo di fare è solo un fuggire, un non mettersi alla ricerca del senso autentico della vita, delle ragioni vere dell’incontro con gli altri. Senza accorgersi che, invece, “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. È con questo annuncio di gioia che Papa Francesco apre la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium. Una gioia che possiamo riscoprire durante le prossime Giornate eucaristiche della nostra Comunità pastorale.


Arazzo di Pieter Paul Rubens, raffigurante l’istituzione dell’Eucarestia,
proveniente dal Museo Diocesano di Ancona, a Expo 2015 nel padiglione della Santa Sede

Nelle prime tre serate - dal 26 al 28 ottobre, dalle ore 21.00 alle ore 22.00, in chiesa prepositurale – delle Giornate eucaristiche saranno proposte delle meditazioni predica­te sul secondo capitolo della Lettera pastorale di quest’anno del nostro Arcivescovo: "Educarsi al pen­siero di Cristo”. «Avere il pensiero di Cristo e condividerne i senti­menti sono due facce di un'unica e inscindibile realtà. Ma come possiamo educarci al pensiero e ai sentimenti di Cristo? Anzitutto – scrive il nostro arcivescovo nella sua Lettera - vale la pena ri­cordare che Paolo, quando parla del "pensiero di Cristo" – “noi abbiamo il pensiero di Cristo” (7 Cor 2,16) - lo presenta come un modo di pensare che l'apostolo scopre in sé come dono della Pasqua (cfr. 7 Cor 2,1-2). Lo riceviamo col santo battesimo. Il pensiero di Cristo è la grazia di una "sapienza" nuova. Non un pacchetto ben confezionato di buone idee cui fare ricorso alla bisogna. Come ogni vero dono (pensiamo ai talenti con cui ogni uomo viene al mondo), anche la fede domanda di maturare, di fiorire e fruttificare in noi fino a diventare “pensiero e sentimenti di Cristo Gesù". Non perciò una conquista di cui vantarsi, ma un dono dello Spirito Santo di cui essere grati. È la sorpresa di uno sguardo (una mentalità) che urge al paragone con se stessi, con gli altri, con tutta la realtà e con Dio.»

«Questo cammino di maturazione – prosegue Scola - è lo stesso che hanno percorso i discepoli alla sequela di Gesù. Un cammino ben documentato nei Vangeli e pertanto accessibile ad ogni uomo.» L’arcivescovo poi spiega che ha scelto il percorso di Pietro perché «può essere paradigmatico per il cammino che ogni discepolo deve compiere per lasciarsi lentamente educare da Lui ad una nuova comprensione della realtà che Lo riconosca come fondamento (cfr. 1 Cor 13,11 ). L'apostolo Pietro è certamente una delle figure più appassionate alla sequela di Gesù. Una sequela che deve sempre misurarsi con una libertà "co­stretta" da Gesù e dalle circostanze a ridire il pro­prio 'sì' iniziale. Se c'è qualcosa che descrive fino in fondo il cammino di Pietro è la sua decisione di restare sempre e comunque ancorato al Maestro. Senza mai permettere alla propria fragilità di stac­care il cuore da Lui, neppure nel momento buio del rinnegamento, subito vinto dallo sguardo amoroso di Gesù, ricevuto tra le lacrime (cfr. Lc 22,61 -62).» Scola invita quindi a seguire il percorso di Pietro «in­trecciato con quello degli altri discepoli, per ve­dere come dall'incontro con Cristo scaturisca la possibilità di pensare e di sentire come Lui.» Un itinerario che ripercorreremo anche noi nelle tre serate delle Giornate eucaristiche.

«Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di chiedere (a Gesù) la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale» scrive Papa Francesco nella Evangelii gaudium. Poi aggiunge: «Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita!» E ancora, ci «permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova» e che «non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri.» Ecco perché alle Giornate eucaristiche possono guardare con attenzione tutti i Cernuschesi, perché coloro che si sono lasciati conquistare dal Vangelo, gli evangelizzatori convinti – come ci ricorda ancora Papa Francesco - escono “da sé stessi per cercare il bene di tutti.” E tutti noi sappiamo quanto oggi la nostra società abbia bisogno di cercatori e costruttori di bene.

C&A

Cernusco sul Naviglio, 25 ottobre 2015