«DIO È GRANDE, MA NON ASSASSINO!»

«Dio è grande, ma non assassino!»: con questa certezza – tanto da essere quasi un urlo - si è concluso il momento di preghiera interreligiosa per la pace tenutosi, giovedì 19 novembre, in Oratorio Sacer. Il Prevosto: “Insieme per pregare per le vittime del terrorismo e dimostrare che nessuna religione è capace di infondere odio, anzi ogni religione è invece capace di cercare la comunione con gli altri. Chi infonde odio non è certamente dalla parte di Dio.”

Presenti, insieme ai cristiani, una rappresentanza di mussulmani e di ebrei, oltre ad alcuni fedeli appartenenti ad altre religioni. Tutti riuniti nel salone dell’oratorio, con un’affluenza superiore alle aspettative dei promotori, tanto che la maggior parte dei presenti è rimasta senza il libretto della preghiera, appositamente preparato per la serata. Evidentemente – e questo ci infonde grande speranza - c’è ancora chi pensa che “pregare per Parigi” è importante.

Nella serata si sono alternati tre momenti di preghiera, secondo la tradizione propria di ciascuna religione. I mussulmani hanno letto, tra le altre, una preghiera tratta dal Corano: “O voi che credete! Entrate tutti nella Pace. Non seguite le tracce di Sata­na. In verità egli è il vostro dichiarato nemico.”

Il rappresentante degli ebrei ha recitato due salmi, dal primo è tratto questo versetto: “Beato l’uomo che non ha seguito i consigli dei malvagi, che non è rimasto sulla strada dei peccatori, né si è seduto in compagnia di chi deride [ogni cosa]. Piuttosto [ha riposto] il proprio interesse nella Torà dell'Eterno, e medita sulla Sua legge giorno e notte”.

La lettura del Vangelo ha aperto il momento di preghiera dei cristiani: «In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: “Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio”». (Luca 6,20.27-45)

Ciascun rappresentante delle tre religioni ha poi collocato un cero acceso ai piedi dell’ulivo posto nel giardino dell’Oratorio. È poi seguita la lettura della seguente dichiarazione congiunta: «Noi cristiani, musulmani, ebrei, vogliamo dire oggi ai nostri concittadini e vorremmo urlare al mondo intero che il Dio in cui crediamo - ognuno nella propria fede - è un Dio della vita, non della morte; della pace, non della violenza; che chi violenta le creature dell’Altissimo, offende il volto del Creatore; che uccidere in nome di Dio è bestemmiare il suo nome; che i nostri nemici non saranno mai quelli che praticano una religione diversa dalla propria ma quelli che imbracciano le armi in nome di un dio che non esiste; che la pace ha bisogno di ciascuno di noi e che non voglia­mo tirarci indietro dal costruire un mondo di cui i nostri figli possano essere fieri. Dio è grande, ma non assassino!»

La serata si è poi conclusa con lo sventolio di un centinaio di fogli bianchi – i pochi stampati a dispetto delle molte e molte persone in più presenti – con la scritta «Dio è grande, ma non assassino!», accompagnato dalla canzone “Io voglio vivere”.

“Nessuna religione è capace di infondere odio” - Al termine dell’incontro abbiamo chiesto un commento ai rappresentanti delle tre religioni. «Lo scopo per cui ci siamo ritrovati già subito insieme – ci ha detto don Ettore Colombo, responsabile della Comunità pastorale Famiglia di Nazaret - a costruire questa serata – sia cristiani, sia mussulmani, sia ebrei – era quello di pregare per le vittime del terrorismo e dimostrare che nessuna religione è capace di infondere odio, anzi ogni religione è invece capace di cercare la comunione con gli altri. Chi infonde odio non è certamente dalla parte di Dio. E allora era bello poter pregare non solo da cristiani, quasi dando l’impressione che gli altri non rientrano nella nostra preghiera, ma pregare ciascuno con la propria fede con la capacità di rispettare la preghiera dell’altro e di sentirla in parte propria, benché con sottolineature e con temi diversi. E forse la parola che abbiamo ascoltato nel Vangelo, che noi siamo soliti interpretare nel senso della remissività – “porgi l’altra guancia” – in realtà vorrebbe dire da parte di Gesù: “fai vedere un volto diverso di fronte alla violenza”. E io penso che a questo sono chiamate tutte le religioni.»

“Iniziative non soltanto belle ma anche necessarie” - «Sono stato molto contento di aver partecipato a questo incontro – ha detto il rappresentante degli ebrei - perché credo che siano iniziative non soltanto belle ma anche necessarie. Ci si aspettano queste iniziative da persone particolarmente sensibili e lungimiranti.»

“Dobbiamo essere uniti per combattere il male e per costruire il bene” - «Lo spirito di questa sera – è stato il commento del rappresentante dei mussulmani - lo troviamo in un versetto dove Dio si rivolge alla gente e dice “o uomini - e non nomina cristiani o ebrei o mussulmani – vi abbiamo creato da un maschio ed una femmina e abbiamo fatto di voi tribù e popoli affinché vi conosciate.” Perché la conoscenza è una cosa importante per stabilire un dialogo tra la gente. Una volta che ci conosciamo, scopriamo che tante cose ci uniscono, tante cose ci appartengono e sicuramente dobbiamo essere uniti per combattere il male e per costruire il bene. Perché la cosa che ci interessa è distruggere il male, il male che è nato in noi. Però Dio ci ha dato gli strumenti per equilibrare il male ed il bene. Nessuno è perfetto, perché altrimenti saremmo angeli. Lo strumento del bene ci serve per salvarci e per salvare soprattutto i nostri figli e il futuro dei nostri figli.»

Lentamente i presenti lasciano il salone, convinti di aver partecipato ad un momento importante nella vita della nostra comunità. Un momento che potrà dare frutti fecondi se non rimarrà isolato.

C.G.

Cernusco sul Naviglio, 20 novembre 2015