AGORÀ, PREZIOSO “PER LA CULTURA, PER L’INCONTRO, PER LA LETTURA DELLA REALTÀ”

Un tuffo nel passato, riandando con la memoria sino agli anni 60 del secolo scorso, ma anche un’occasione per guardare con rinnovata fiducia al futuro: è la sintesi della serata organizzata in Oratorio Sacer, sabato 16 febbraio, per festeggiare i primi vent’anni di attività del cinema-teatro Agorà. Richiamato il ruolo insostituibile del volontariato: le strutture e le realtà della Chiesa “stanno in piedi solo grazie ai volontari. Non c’è storia! Non ci sono altre modalità!”


Don Luciano Capra

Don Luciano Capra, attuale prevosto della città, ha dato il benvenuto a tutti i presenti richiamando “la bellezza di questa struttura” e spiegando che lui è “l’erede di questa bella realtà, che in questi vent’anni è stata l’Agorà”. Ha poi aggiunto il “grazie sincero a tutti i volontari, perché la forza dell’Agorà sono loro. Una struttura fatta bene e pensata così bene è andata avanti per tutti questi anni, e mi auguro che possa continuare ancora, perché ci sono i volontari.” Ha invitato, quindi, a tener presente che “i tempi non sono facili e le strutture si fa in fretta a costruirle, ma poi a mantenerle è più difficile” e in questo contesto, “i volontari sono un anello basilare per gestire questa bella struttura, che per la nostra storia e la città intera, è stata ed è un elemento determinante per la cultura, per l’incontro e per la lettura della realtà.”

Un filmato, commentato da Lorenzo Pozzi, ha mostrato cosa c’era prima nel luogo dove sorge adesso l’Agorà. Un susseguirsi di immagini che hanno riportato alla memoria tanti luoghi cari, tanti momenti indimenticabili e tante persone che generosamente si sono impegnate in Oratorio.


Don Luigi Caldera

La parola è passata poi a don Luigi Caldera, prevosto di Cernusco dal 1994 al 2008, che a soli quattro mesi dal suo arrivo decise di completare il ‘buco’, in precedenza acquistato dalla Parrocchia, allora guidata da don Giampiero Crippa, che così dava seguito a un progetto del suo predecessore, il prevosto Rossignoli. “La prima cosa sconcertante, dopo la mia nomina a prevosto di questa città – ha raccontato don Luigi - è stata quella di sentirmi chiamare, appena misi piede in Curia, ‘parroco del buco’.” Perché, bisogna sapere, che in quegli anni con ‘il buco’ veniva identificata la struttura al rustico posta due piani sottoterra in via Marcelline 37. Ha aggiunto don Caldera: “Monsignor Crippa aveva ritenuto di dover soprassedere al suo completamento” io, invece, “sentiti i diversi pareri” e trovando la maggioranza degli interpellati d’accordo “ho cominciato, con loro, a lavorare per ultimare la struttura, chiamando un giorno quel ragazzino che allora era l’architetto Paolo Grassi. Gli dissi: ‘ce la facciamo ad andare avanti da soli?’ Paolo, dopo qualche secondo, rispose: ‘perché no?!’ E così siamo partiti.”

Sul finanziamento dei lavori, “io ero convinto – ha spiegato don Luigi - che ce l’avremmo fatta, anche senza chiedere niente a nessuno, nell’arco di qualche anno. Ma il consiglio degli affari economici testardamente mi costrinse a chiedere un finanziamento governativo: 1,5 miliardi di vecchie lire da restituire in rate semestrali al tasso dell’1,5%.”

“Quando eravamo pronti per l’apertura, c’era il nome da cercare. Abbiamo fatto una specie di piccolo referendum. E l’attuate nome è stato ‘rubato’, perché c’è una analoga struttura a Carate Brianza” con la stessa denominazione - ha ricordato il prevosto emerito - ma il parroco di quel paese si disse “contento per la scelta”. “Agorà perché luogo di incontro – ha sottolineato don Luigi - luogo dove si va a parlare e dove si dialoga. Penso proprio che la scelta di finire la struttura sia venuta da un’dea così: avere un luogo dove le diverse realtà della città potessero incontrasi, dove i diversi soggetti potessero proporsi. E così è stato.”

“Il tutto è stato fatto in un’epoca in cui tutti gli altri cinema chiudevano. E quindi è stato proprio un andare controcorrente e un gesto significativo aprire l’Agorà. È stato fatto – ha raccontato don Luigi - puntando sulla comunità. Il nome ‘sala della comunità’ non è un modo di dire, è davvero l’intenzione di mettere questa realtà in mano alla comunità per gestirla. Perché le nostre strutture stanno in piedi solo grazie ai volontari. Non c’è storia! Non ci sono altre modalità!”

Tante le vicissitudini e le lungaggini che hanno portato ad aspettare per quasi un anno il permesso dei vigili del fuoco per l’apertura della Sala: pronta e inaugurata a luglio 1997 si è dovuto poi aspettare sino a maggio 1998 per l’avvio dell’attività: “ogni volta veniva una commissione prefettizia diversa, che diceva cose diverse dalla precedente”, ma alla fine il tanto sospirato permesso arrivò.

“Se si completò l’opera – ha ricordato ancora il prevosto emerito – fu per la convergenza di tutta la comunità su questa iniziativa: dalle diverse commissioni al consiglio pastorale, dai singoli fedeli a tante realtà cittadine.” Don Luigi ha anche aggiunto altre due cose sul passato e una sul futuro. Sul passato, “è giusto ricordare monsignor Rossignoli, perché sicuramente con il suo modo di fare il parroco ha fatto grandi cose per questa comunità”, mi sembra poi doveroso ringraziare, “per l’aspetto economico, la Cooperativa Constantes e l’amministrazione comunale del tempo (guidata da Paolo Frigerio, ndr) per i finanziamenti che ci ha dato”. Per il futuro, ha indicato un obiettivo per tutti coloro che collaborano con Agorà: “la profezia del laicato nel mondo della cultura”. Spiegando che “profezia vuol dire annunciare la parola di Dio, la salvezza, nella realtà in cui si vive. La vera carità oggi è fare cultura. È il mondo della cultura che ha bisogno di essere evangelizzato. Non possiamo lasciarlo ai soliti imbonitori televisivi”.

Paolo Grassi, architetto che ha completato l’Agorà, ha raccontato che allora era laureato da qualche anno. Forse ero anche un po’ incosciente, ma mi sono e ci siamo buttati in questo progetto andando a studiando parecchia normativa, perché tanti erano gli aspetti da esaminare e definire.” Dopo aver precisato “che ‘il buco’ era già stato impostato correttamente e quindi non si è intervenuti modificando la struttura”, ha aggiunto che la “progettazione è stata pesante dal punto di vista impiantistico (termotecnico, elettrico, acustico..): tutte cose nuove seguendo una normativa che a volte era da interpretare.” Erano anni nei quali “facevamo una riunione alla settimana. Io ci ho messo la firma, ma tanta altra gente ha lavorato costantemente con me per fare le diverse scelte richieste dal progetto.” Per Grassi “è stata un’esperienza lunga, pesante, ma soprattutto bella!”.

All’inaugurazione ufficiale, sotto una pioggia battente, con il solo taglio del nastro del luglio 1997 alla presenza di monsignor Giovanni Giudici, allora vicario generale della diocesi, fece seguito a maggio 1998 l’avvio vero e proprio dell’attività con lo spettacolo “Viva la gente”. A proporre questo spettacolo e a organizzare il tutto fu Eugenio Comincini, che ha raccontato: “dopo aver visto questo spettacolo in Svizzera, con altri amici lo proposi a don Luigi. Quale modo migliore di inaugurare l’Agorà con uno spettacolo che coinvolgeva giovani, famiglie e tutta la comunità?“ Don Luigi accolse la proposta e si partì con l’organizzazione: si trattava di ospitare circa 150 giovani nelle famiglie cernuschesi. Per Comincini “fu una esperienza bella l’organizzarlo e il viverlo, perché coinvolse tante persone. Fu il primo di una serie di importanti appuntamenti musicali dal vivo della nostra Sala.” È stato ricordato anche che il primo film proiettato all’Agorà fu “La vita è bella” di Roberto Benigni.

Seguirono poi altri musical (E allora Luigi, Il sogno di Giuseppe, Madre Teresa) fatti però da adolescenti e giovani cernuschesi. A coordinarli sempre Franco Cipriani: “il filo rosso che lega queste esperienze è il cammino educativo. Abbiamo trovato non solo un luogo, Agorà, ma anche dei talenti, che abbiamo scoperto durante le prove.” Il tutto sotto “la guida del prete di turno” e con la convinzione che “in questi musical la passione porta al bello.”


Franco Cipriani

Da tantissimi anni c’è anche una rassegna di prosa con compagnie di professionisti, oltre alla programmazione cinematografica. A organizzarla è Palma Agati: “adesso è facile programmarla, ma all’inizio fu veramente difficile”. Una rassegna che ha portato sul paco dell’Agorà personaggi di primo piano del teatro italiano: “un elenco emozionante e impressionante. Tutti ci hanno fatto i complimenti per la bellezza del teatro e per le persone che le hanno accolte”.

All’Agorà sono proposti anche eventi culturali e incontri su temi di attualità, a cura della Libreria del Naviglio. Ne ha parlato Guido Cavalletti, che ha indicato come obiettivo di queste proposte il desiderio di “far avvicinare tutti alla cultura”: dalla serata a quattro mesi dall’attentato alle Torri Gemelle, con la presenza di esponenti di tutte le religioni, agli spettacoli con la cernuschese Arianna Scommegna, dalle serate con lo scrittore Marco Erba a quelle con lo psicanalista Massimo Recalcati, dall’incontro con padre Bartolomeo Sorge sulla “La Chiesa di Papa Francesco”, a quello sulla “La Chiesa del grembiule” con monsignor Luigi Bettazzi, alle due serate sul cardinal Martini.

A nome dei volontari dell’Agorà ha poi parlato Lorenzo Cucchi, loro attuale coordinatore: “Dal 2003 al 2018 sono passate oltre 120mila persone solo al cinema: questa e altre attività sono bellissime e possono migliorare, ma se non ci sono i volontari non si riesce a gestirle. Sono tempi difficili: i costi sono cresciute, le tasse pure, gli incassi invece sono sempre quelli e qualche sponsor ci ha abbandonato. Siamo quindi sempre alla ricerca di iniziative capaci di far quadrare i conti, ma se non ci sono volontari, l’Agorà è destinato a fare solo ‘quattro cose’.“


Ermanno Zacchetti

Ultimo a prendere la parola il Sindaco, Ermanno Zacchetti: “L’intuizione che si è fatta realtà è andata oltre la realtà di chi l’ha pensata e realizzata. La storia si manifesta attraverso la storia delle persone e questi anni trascorsi ci consegnano anche la bellezza di chi getta semi che si trasformeranno in spighe di grano”. In tempo di social, ha aggiunto il Sindaco ”Agorà testimonia l’importanza di spazi dove costruire relazioni, che rimangono la forma più avanzata di innovazione: molto più della scusa di uscire di casa, molto più di un occasione per incontrasi.” L’augurio: “Agorà è capace e continui a gettare ponti, come dice anche la sua posizione: in oratorio, ma con ingresso dalla pubblica via, al centro della città”,

È seguito poi un momento conviviale con i volontari e gli invitati presenti. Occasione, per le circa duecento persone intervenute, per riprendere e approfondire quanto raccontato e visto, ma anche per aggiungere tanti altri ricordi.

Cernusco sul Naviglio, 17 febbraio 2019