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“TESTIMONIAMO, CON CORAGGIO, LA BELLEZZA DELLA FAMIGLIA”

È l’invito rivolto dal prevosto della città nel giorno della festa della famiglia e della comunità pastorale: “Credo che oggi come cristiani non ci dobbiamo scoraggiare, anche se stiamo diventando sempre meno, ma siamo chiamati ad assumere una consapevolezza: oggi più che mai la società secolarizzata chiede a noi credenti una testimonianza concreta, semplice, autentica, coraggiosa. Testimoniare la bellezza della famiglia.”

Foto da www.agensir.it

Nella domenica dedicata alla festa della famiglia siamo stati invitati a pregare, oltre che per tutte le famiglie della nostra città, anche per la nostra famiglia ecclesiale, la comunità pastorale che riunisce le tre parrocchie cittadine e che ha nella Santa Famiglia di Nazaret l’icona biblica di riferimento.

“Oggi parlare della famiglia è diventato un tema un po’ delicato. Da una parte è giusto pensare alla famiglia come luogo bello e sereno, dove si imparano tante cose, però allo stesso tempo dobbiamo pensare alle famiglie che per diversi motivi sono state ferite nei loro affetti da qualche situazione particolare”: ha preso avvio da questa considerazione la riflessione proposta dal prevosto della città, don Luciano Capra, ai fedeli presenti alla Messa delle ore 9,30 in chiesa prepositurale, domenica 27 gennaio, nella quale, secondo il rito ambrosiano, si è celebrata la festa della famiglia.

“Credo che oggi come cristiani non ci dobbiamo scoraggiare - ha proseguito don Luciano -, anche se stiamo diventando sempre meno, in una società indifferente, ma siamo chiamati ad assumere una consapevolezza: oggi più che mai la società secolarizzata chiede a noi credenti una testimonianza concreta, semplice, autentica. Ci chiede di testimoniare ancora al mondo, con coraggio, la bellezza della famiglia.”

“Noi oggi siamo chiamati a dire a questo mondo – ha aggiunto il prevosto - che vivere la famiglia, sposarsi, avere dei figli è molto bello. È anche molto difficile, ma ne vale la pena! Certo, senza dimenticare, che ci sono pure le fatiche, c’è il problema della mancanza del lavoro e della sofferenza.” Quindi ha sottolineato che “è bello quando ciascuno possa dire di sé: ‘i miei genitori erano semplici, ma si amavano e da loro ho imparato’.”

“Credo che noi cristiani – ha ribadito ancora una volta don Luciano - abbiamo oggi la responsabilità di testimoniare al mondo la bellezza della famiglia. Crediamo che un uomo e una donna uniti nel Signore generano la vita e formino la società. I vescovi chiamano questo il ‘grembo generativo’: la società viene da lì.”

L’altro motivo per pregare e far festa, nell’ultima domenica di gennaio, è per la nostra Comunità pastorale, costituita il 1° settembre 2007 dall’allora arcivescovo Tettamanzi. “Le comunità pastorali impongono delle fatiche e non devono nascere perché ci sono meno preti, ma dal desiderio di fare missione, di fare Chiesa. Una Chiesa che non cura il proprio orto, la propria capanna, ma impegnata innanzitutto nell’annunciare Gesù”, ha ricordato il responsabile della nostra Comunità pastorale.

“In una società e in una città come la nostra, dove chi frequenta abitualmente la Messa domenicale è circa il 20% dei Cernuschesi, i cristiani devono essere come il lievito. Devono cercare prima di tutto il Signore, essere coloro che si vogliono bene e che guardano a chi è meno fortunato” ha commentato don Luciano, che poi ha così concluso: “in questi undici anni di strada ne è stata fatta, il Signore ha operato. Allora oggi guardando alla Famiglia di Nazaret vogliamo chiedere, per la nostra comunità pastorale, che ci aiuti a vivere come Chiesa capace di coltivare relazioni e affetti, di reciproca stima, di collaborazione e corresponsabilità.”

Cernusco sul Naviglio, 28 gennaio 2019