GIOVANNI, “PIÙ CHE UN PROFETA”

Domenica 2 dicembre 2018, III di Avvento – Gesù, agli inviati di Giovanni, diede «questa risposta: “Andate e riferite ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia.»

Questa terza domenica del tempo di Avvento (secondo il rito ambrosiano, ndr) ha un titolo particolare: “Le profezie adempiute” e si ricollega a una lunga serie di scritti e di preannunzi profetici che avevano prefigurato la nascita del Messia, un’era di giustizia in cui sarebbe finalmente apparso l’inviato dal cielo.

Il profeta Isaia lo descrive come una germinazione che spunta come vita nuova dalla terra, dopo essere stata fecondata dall’alto, dal cielo: «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia».

La cosa sorprendente è che il Signore si servirà in modo inaspettato di Ciro, re di Persia, figura totalmente estranea all’alleanza e alla fede di Israele, eppure chiamato in causa dalla grazia di Dio per diventare strumento di salvezza senza neppure che questi conosca l’unico Dio. Le profezie si compiono, ma le vie che Dio sceglie spesso non coincidono con le nostre aspettative e con l’idea che ce ne siamo fatti.

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Cernusco sul Naviglio, 29 novembre 2018