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DISABILI: IN LOMBARDIA 530 CASI DI DISCRIMINAZIONE

«Nonostante si pensi che sia stato fatto molto, vediamo che c’è anco­ra molto da fare per superare i problemi le­gati alla disabilità».

In Italia non mancano le leggi che tutelano le persone disabili. Ma sono anco­ra troppe, secondo i legali della Ledha - la Lega per i diritti delle per­sone con disabilità - le di­scriminazioni che si registrano ogni anno. Nella sola Lombardia, sono 530 i casi de­nunciati nel 2014. Nel lungo elenco delle di­scriminazioni ci sono casi, ad esempio, in cui le scuole chiedono alle famiglie di pagare in toto le spese per il trasporto, oppure riduco­no arbitrariamente il numero di ore di assi­stenza scolastica di cui gli alunni hanno bisogno. In alcuni casi sono gli stessi tribunali (cui ricorre chi si sente discriminato) a di­scriminare le persone con disabilità e le loro famiglie. Come nel caso di Elena e Patrick che vivono in provincia di Varese. Sposati dal 2004, hanno un bambino, di nome Nicolò, af­fetto dalla sindrome di Dravet, una rara for­ma di epilessia. Nel 2011 decidono di allar­gare la famiglia e avviano le pratiche per l’a­dozione internazionale: ma la loro doman­da viene respinta dal Tribunale dei mino­renni di Milano, che giudica la coppia "non idonea" all'adozione di un minore straniero. Un diniego motivato esclusivamente dal fat­to che Nicolò è disabile. Con il supporto dei legali di Ledha, la famiglia presenta un ri­corso alla Corte d’Appello di Milano. I giudici di secondo grado ribaltano la decisione del Tribunale dei minorenni, riconoscendo che la condizione di disabilità del figlio naturale non rappresenta uno svantaggio ma, al con­trario, una risorsa per i due genitori in quan­to già "preparati alla diversità".

«Siamo entrati nella per­cezione comune che tutti i problemi che ri­guardano la disabilità sono normali: è nor­male che uno studente disabile debba supe­rare mille difficoltà a scuola come è norma­le che una persona disabile rimanga fuori dal mondo del lavoro, ha sostenuto Alberto Fontana, presidente della Ledha. Nonostante si pensi che sia stato fatto molto, noi vediamo che c’è anco­ra molto da fare per superare i problemi le­gati alla disabilità».

«Ma sono le istituzioni e la società nel suo complesso a doversi impegnare per rispettare i diritti fondamentali di tutti i cittadini, com­prese le persone con disabilità» ha aggiunto il presidente della Ledha. La Ledha chiede anche «equità e ragionevolezza» nell’applicazione del nuo­vo Isee. «Noi vogliamo pagare il giusto – ha spie­gato Fontana - in base cioè all’accesso ai ser­vizi e alla effettiva inclusione sociale».

Con una lettera inviata ai 1.546 sindaci dei Comuni lombardi, Ledha chiede che venga applicato il cosiddetto “Isee ristretto”, con il quale cioè la compartecipazione al costo del servizio può essere quantificata facendo ri­ferimento ad un nucleo familiare più “ri­stretto” rispetto a quello preso in considera­zione dall’Isee ordinario. (fonte: Avvenire, 23/06/2015)

Cernusco sul Naviglio, 29 giugno 2015