IL PRETE CHE CREA LAVORO

Secondo il più diffuso quotidiano economico-finanziario del nostro Paese, uno dei migliori startupper italiani ha la tonaca da prete.

Don Danilo Magni, 44 anni, vive al Collegio Artigianelli di Torino e qui, con l’appoggio della comunità di gesuiti del Murialdo, grazie alle proprie idee innovative sta dando lavoro a 80 persone, soprattutto giovani che escono dalla “sua” scuola di formazio­ne. «Tutto è iniziato nel 2009, quando al termine degli studi i nostri studenti non trovavano lavoro da nessuna parte», ha spiegato don Magni. Dopo una serie di azioni, tra cui la ristrutturazione dell’edificio - «perché dovevamo dare il buon esempio e creare noi stessi luoghi virtuosi in cui avviare lavoro» - nel 2012 vede la luce la prima start up, il Gruppo Spes: una cooperativa sociale che oggi conta su 20 lavoratori occupati nella produzione di cioccolato di qualità che poi viene venduto in una caffetteria torinese.

Ma è solo il primo passo: l’an­no successivo nasce l’impresa sociale Dinamo coop multiservizi, che attualmente impiega almeno 50 persone tra catering, traslochi, giardinaggio e altri servizi. Nel 2013 è la volta di So­cial Fare srl, azienda che «punta a un gradino più in alto, ovvero a catalizzare e aggregare uni­versità, imprese e banche, ognuna con le proprie compe­tenze, per aiutare nuove impre­se sociali ad affermarsi sul mer­cato», ha precisato don Magni. A metà marzo il prete ha lanciato la sua ultima sfida, con l’appoggio della rete internazionale che nel tempo ha creato attorno a sé: Social Renaissance (Rina­scimenti sociali), «un acceleratore di conoscenza e di imprenditoria sociale dedicato alle im­prese che vogliono innovare e innovarsi, con l’obiettivo pun­tato all’impatto sociale, ma con una grande attenzione verso la dimensione culturale ed educativa del proprio lavoro».

Questa nuova esperienza la­vorativa opera su tre livelli: sul piano formativo, nel far capire alle aziende come muoversi nei nuovi parametri socio-educativi della società attuale; su quello aggregativo, per unire saperi che possano collaborare tra loro potenziando le capacità reciproche; infine a livello di accele­razione imprenditoriale, pun­tando a valorizzare il modo di fare impresa di ciascuna realtà che viene a contatto con Social Re­naissance. «Un primo risultato a breve termine sarà l’accesso al microcredito per start up che altrimenti non avrebbero i requisiti per i classici finanziamenti bancari», il tutto tramite il partner Per Micro. «Il tema della difficoltà ad accedere al lavoro oggi è cruciale e ci deve interrogare tutti, credenti e non», ha sottolineato il prete startupper. (fonte: Il Sole 24 Ore, lunedì 18 maggio 2015, e www.vita.it)

Cernusco sul Naviglio, 1 giugno 2015