“ALLE CITTÀ METROPOLITANE SERVONO ADEGUATE RISORSE E COMPETENZE ESCLUSIVE”

Il vicesindaco della città metropolitana e primo cittadino di Cernusco, Eugenio Comincini, è stato intervistato da Avvenire. “Le città metropolitane possono essere motore di sviluppo del Paese”



«Bisogna mettersi subito a parlare delle risorse 2016 se vogliamo permettere alle città metropolitane di compiere a pieno il loro processo istitutivo ed essere ciò per cui sono nate: il motore dello sviluppo del Paese»: è quanto ha affermato il vicesindaco della città metropolitana e primo cittadino di Cernusco, Eugenio Comincini, in un’intervista pubblicata lo scorso 20 maggio da Avvenire.

Vice sindaco, la città metropolitana ormai è una realtà, non senza difficoltà tuttavia ...

La gestazione non è facile. La legge di stabilità ha stabilito che a province e città metropolitane vada applicato un altro miliardo di tagli. Di cui 256 milioni alle città metropolitane e il resto alle province. Di questi 256 milioni sono stati ripartiti secondo il criterio della spesa " efficentata" e non rispetto ai costì standard.

Un vantaggio per Milano?
Sì, perché con questo metodo Milano ha potuto beneficiare di tagli inferiori rispetto ad altri conteggi. Per esempio se fosse stato usato il criterio della spesa storica a Milano sarebbero spettati 48 milioni di euro di tagli al posto degli attuali 27.

Quindi non c’è pace per il bilancio pre­ventivo che state costruendo e che evidenzia un deficit
Per il 2015 siamo fiduciosi che con ulte­riori interventi da parte del governo i conti si aggiusteranno. L’esecutivo na­zionale dovrebbe approvare un Decreto (il cosiddetto "Dl Enti Locali") che fra le altre cose conterrà anche un pacchetto di provvedimenti a favore delle città metropolitane e che attraverso una serie di misure libererà risorse da mettere in spesa corrente, la vera nota dolente dei bi­lanci. Un pacchetto che si sviluppa su tre pilastri fondamentali: la rinegozia­zione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti; poi dovrebbe esserci la possibilità di vendere al ministero dell’Economia gli immobili delle città metropolitane in uso allo Stato, come per esempio le Prefetture; infine chiediamo che vengano cancellate o fortemente ridimensionate le sanzioni da applicare a chi ha sforato l’anno scorso il patto di stabilità, come accaduto alla Provincia di Milano.

Si, ma il problema sembra già il 2016
Alle condizioni attualmente date nessuna delle città metropolitane può stare in piedi. Ai nuovi enti era stato assicurato da una legge del 2011 un tributo specifico, mai però attuato: alle città metropolitane possono anche non servire nuove leve fiscali a patto però che il governo riveda alcune pesanti scelte, come per esempio i tagli ai trasferimenti statali o peggio ancora la compartecipazione al risanamento dei conti dello Stato che quest’anno, oltre ai tagli già di per sé pesanti, per la città metropolitana di Milano significa rendere allo Stato addirittura il 47% delle proprie risorse in entrata. Appare di tutta evidenza come senza risorse il processo di avvio e consolidamento dei nuovi enti rischia di fallire. Le città metropolitane, per poter davvero essere motore dello sviluppo economico del Paese, devono avere competenze precise ed esclusive su alcuni temi di interesse strategico e collettivo, come per esempio il trasporto pubblico, la mobilità e le reti di pubblica utilità; come quelle digitali o l’acqua. Ed ovviamente, per poter operare su queste importanti tematiche, servono adeguate risorse.

Cernusco sul Naviglio, 25 maggio 2015