“LA LEGGE BASAGLIA NON È ARRIVATA COME UNA NOVITÀ ASSOLUTA NELL’ESPERIENZA DEI FATEBENEFRATELLI»

La legge 180 approvata il 13 maggio 1978 e nota come “Legge Basaglia” ha portato al superamento della logica manicomiale. «Da tempo – ha scritto fra Massimo Villa, superiore della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli - anche grazie alla dedizione e alla lucidità di religiosi come fra Pierluigi Marchesi, lavoravamo per un sistema sanitario che restituisse la dignità a chi soffre, non lo strappasse alla sua comunità e lo coinvolgesse invece nel ricovero e nella cura.»

 

Il Centro Sant’Ambrogio dei Fatebenefratelli di via Cavour 22 a Cernusco s/n

Al Centro di riabilitazione neuropsichiatrica San Giovanni di Dio di via Cavour si è svolto, sabato 12 e domenica 13 maggio, il primo Open Day “oltre le barriere”. L’iniziativa è stata promossa in occasione del 40° anniversario della legge Basaglia, che ha decretato la chiusura dei manicomi. Come ha spiegato il direttore generale Giovanni Maria Soro, «i Fatebenefratelli sono stati precursori di quella riforma e ancora oggi il carisma dell’Ospitalità di San Giovanni di Dio caratterizza un’opera assistenziale che mette al centro di ogni attenzione il benessere del paziente psichiatrico».

Alla legge 180 approvata il 13 maggio 1978, 'Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori', è associato il nome di Franco Basaglia (1924-1980), lo psichiatra veneziano promotore della riforma psichiatrica in Italia. Una legge che ha portato al superamento della logica manicomiale, poiché «adesso abbiamo provato – come disse Basaglia – che c’è un altro modo di affrontare la questione, senza la costrizione». Basaglia comprese che il paziente psichiatrico ha bisogno non solo di appropriate cure farmacologiche, ma anche di un rapporto umano con chi lo cura. La 180 fa dell’Italia l’unico Paese ad aver abolito i manicomi.

 

Fra Massimo Villa, superiore della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli

«La Basaglia non è arrivata come una novità assoluta nell’esperienza dei Fatebenefratelli. Da tempo – ha scritto fra Massimo Villa, superiore della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli su Avvenire di domenica 13 maggio 2018 - anche grazie alla dedizione e alla lucidità di religiosi come fra Pierluigi Marchesi, lavoravamo per un sistema sanitario che restituisse la dignità a chi soffre, non lo strappasse alla sua comunità e lo coinvolgesse invece nel ricovero e nella cura. La riforma ci ha permesso dunque di praticare fino in fondo il carisma dell’ospitalità, che ci ha tramandato san Giovanni di Dio; in questo senso, non è temerario affermare che la passione civile di Basaglia e la profonda fede cristiana di Juan Ciudad fossero sorelle.»

«La legge 180 del 13 maggio 1978 – ha aggiunto fra Massimo Villa - ha voltato pagina su una società che aveva scelto di chiudere gli occhi sulla sofferenza mentale e di rinchiudere il malato in strutture inaccessibili, anticipando la ‘cultura dello scarto’ che addolora papa Francesco. Quella sanità antica non era certamente al servizio del cittadino, bensì della sua paura, lo stigma. Esattamente come avveniva nella Spagna del Cinquecento, dove Ciudad, che prenderà poi il nome di Giovanni di Dio, inventò l’ospedale moderno proprio per servire i malati di mente, che allora si curavano con la reclusione nelle carceri.»

«I Fatebenefratelli hanno operato entro diversi sistemi sanitari – ha spiegato ancora il Superiore provinciale dei Fatebenefratelli - compreso quello italiano. Abbiamo partecipato al percorso che ha condotto alla riforma, come pure, in precedenza, ai suoi ritardi; tuttavia, il Vangelo ci impose ben prima del 1978 di ‘dare del lei’ al paziente, perché nella sua sofferenza noi scorgiamo la Croce. Quando arrivò la legge Basaglia ci fu chiaro pertanto che non si trattava di un mero cambiamento di regole né soltanto del superamento di pratiche terapeutiche inumane, ma del conformarsi dell’intero sistema pubblico a una visione del paziente e della malattia che – provvidenzialmente – coincideva con la visione cristiana.» (Fonte: Avvenire, domenica 13 maggio 2018)

Cernusco sul Naviglio, 14 maggio 2018