LAVORO, OGNUNO FACCIA LA SUA PARTE, MA LA POLITICA, CHE APPARE ASSENTE, È INDISPENSABILE

Nella “Veglia per il lavoro”, affrontato il tema delle prospettive occupazionali dei giovani: tra i molti presenti, alcuni impegnati nei cammini di formazione professionale. L’arcivescovo: «Preghiamo che gli adulti sappiano insegnare un mestiere alle nuove generazioni»

 

Foto d’archivio, da www.agensir.it

«Siamo qui per incoraggiarci a vicenda nella fede, per vivere soprattutto un momento di preghiera». Sono queste le prime espressioni con cui l’Arcivescovo, lo scorso 26 aprile, si rivolge ai molti che, presso l’Auditorium universitario “Levi” partecipano alla “Veglia per il lavoro” promossa dalla Diocesi, la prima con la presenza di monsignor Delpini nella sua veste di Pastore ambrosiano.

«Questa sera vogliamo continuare un dialogo già iniziato nella Giornata della Solidarietà, proseguendo sul tema di “Giovani e lavoro. Quale futuro?”», spiega don Walter Magnoni, responsabile del Servizio per la Pastorale Sociale e il Lavoro, introducendo la veglia articolata in tre parti.

«Io non credo negli esiti decretati dalle previsioni – esordisce l’arcivescovo nel suo intervento - credo nelle occasioni, professo la mia fede in Dio e, quindi, credo che la vita non sia un insieme di coincidenze, non una combinazione di fattori casuali, qualcosa che non viene da nessuna parte e non va in nessuna direzione. Penso che siamo uomini e donne che, situati dentro circostanze ben determinate, hanno la possibilità e la fatica di scegliere, pagando il prezzo delle scelte. Il tema dei giovani di fronte al lavoro e alle ingiustizie; della società con la mancanza del lavoro e davanti alle drammatiche prove che, talvolta, occorre affrontare, impone la responsabilità di scegliere. Ritengo che si possa descrivere ciò che stanno vivendo i giovani come una generazione che si sente spinta da comandamenti, da genitori, da gente che dice: “avanti, avanti!”, sempre un progresso più grande, una tecnologia più potente: ma verso dove? Con quale scopo? Il nostro tempo ha questa tremenda pressione alle spalle e un futuro confuso, persino minaccioso».

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Cernusco sul Naviglio, 30 aprile 2018