“PASSANDO, GESÙ VIDE UN UOMO CIECO DALLA NASCITA”

Domenica 11 marzo, IV di Quaresima – “Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla"

Il nostro cammino quaresimale procede e in questa quarta domenica ci fa incontrare un’altra figura dell’itinerario catecumenale della Chiesa antica: dopo il tentatore, la donna samaritana e Abramo, ora è la volta del cieco nato, l’uomo guarito da Gesù. Ma come abbiamo già ricordato nelle scorse domeniche, questi personaggi non sono solo semplici protagonisti o destinatari di una guarigione straordinaria: in realtà rappresentano qualcosa di più. In questo caso è un testo liturgico di questa domenica, il prefazio, che ci dà alcune indicazioni preziose: «Nel mendicante guarito è raffigurato il genere umano prima nella cecità della sua origine e poi nella splendida illuminazione che al fonte battesimale gli viene donata».

Ecco allora la chiave di lettura per cogliere chi è l’uomo che Gesù ha guarito dalla cecità, dopo avergli spalmato del fango sugli occhi e averlo mandato a lavarsi alla piscina di Siloe, che l’evangelista Giovanni ci ricorda significa «Inviato». Il cieco sono io, siamo tutti noi, incapaci da soli di poter vedere chiaramente; ma grazie all’incontro con Gesù, l’inviato del Padre, possiamo ritrovare la luce, l’illuminazione della fede, attraverso il nostro Battesimo.

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Cernusco sul Naviglio, 9 marzo 2018