Venerdì 29 Marzo

«GLORIA A DIO NEL PIÙ ALTO DEI CIELI E SULLA TERRA PACE AGLI UOMINI CHE EGLI AMA»

Lunedì 25 dicembre, Natale de Signore – L’angelo disse ai pastori: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore»

Messa del giorno - Non temete!: «Ecco vi annuncio una grande gioia... ». E subito un dubbio che attraversa il cuore e tenta di spegnere e soffocare il sussulto e il trasalimento: ma sarà poi grande questa gioia? durerà fuori le chiese? durerà più di una giornata?... o non sarà un far finta di gioire?... per poi ripiombare - inesorabilmente! - nelle cose di ogni giorno, nel grigiore di ogni giorno? Ecco, io penso che dobbiamo essere grati all'evangelista Luca che colloca l'Avvenimento - non ce n'è uno più grande - nel grigiore – sì, noi lo chiameremmo così - nel grigiore dell'ordinarietà. E colloca il segno - non ce n'è più grande - nella povertà disadorna di poche fasce e di una mangiatoia.

E non ci dice che i pastori, da quel giorno in poi, cambiarono mestiere, che da quel giorno si cominciò a guardarli diversamente; rimasero per la gente quelli di sempre, degli irregolari, a cui si attribuivano facilmente furti e ruberie, testimoni non attendibili in una causa giudiziaria.

Ma allora dov'è finita la grande gioia, in che cosa è consistita? Che cosa li ha fatti trasalire nella notte, se poi la loro vita continuò ad essere quella di prima? Ci viene in aiuto la cornice letteraria in cui l'evangelista colloca la nascita, e cioè il censimento. Che cosa c'è di più deprimente di un censimento? E tu Giuseppe, tu Maria verso Betlemme non con i salmi di gioia dei pellegrini che salgono al tempio, ma anche voi pecore di un immenso gregge che va contato. Alla fine per il grande imperatore, Cesare Augusto, diventerete un numero, siete un numero. Un numero senza volto. Così anche quel figlio. Così come senza volto sono per la vostra società i pastori.

E invece no - nasce di qui lo stupore e la gioia - la gioia grande: quelli che sembravano i numeri, quelli che sembravano massa anonima, senza volto, hanno un volto per Dio. Dio li visita nella notte e accende di emozione il loro povero volto.

E non sarà qui - mi chiedo - la grande gioia? Rientrare nella vita e avere, come i pastori, occhi che leggono al di là dell'apparente grigiore. E non ridurre nessuno a massa anonima, non far di nessuno un «senza volto». E dire - dire nel cuore - questo uomo, questa donna, questo anziano, questo bambino è la carne che ha visto la salvezza, su di lui, su di lei Dio ha inclinato i suoi cieli fino ad abbracciarlo, fino ad abbracciarla. Questa la grande gioia, la gioia che nessuno, nessuno mai, potrà rapire al nostro cuore. (don Angelo Casati; da www.liturgiagiovane.org)

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Cernusco sul Naviglio, 22 dicembre 2017