INCONTRO SULLA DRAMMATICA SITUAZIONE IN SIRIA

Giovedì 21 maggio, alle ore 21,00, al Centro cardinal Colombo di piazza Matteotti 20, incontro dal titolo “Report in Siria a pezzi”. Saranno proposte testimonianze e riflessioni.

La Caritas cittadina, insieme ad altre associazioni (Pro Loco, Anpi, Acli, Associazione Futura, Centro Aiuto alla vita, centro culturale Newman, Comitato Bene Comune Cernusco), ha promosso – per giovedì 21 maggio, alle ore 21,00, presso il Centro cardinal Colombo di piazza Matteotti 20 - un incontro sulla drammatica situazione in Siria dal titolo “Report in Siria a pezzi”. Saranno proposte testimonianze e riflessioni sull’emergenza siriana da Alberto Minoia - responsabile Medio Oriente e Nord Africa della Caritas Ambrosiana - e da Marina Ricci, volontaria Avsi.

La testimonianza del Custode di Terrasanta, padre Pizzaballa - «Ho visitato Latakia, Aleppo e Damasco. A Latakia la situazione più tranquilla dal punto di vista dei combattimenti. Qui la guerra si avverte soprattutto per la carenza dei beni di prima necessità. Nel centro di Damasco, rispetto a sei mesi fa, si vive leggermente meglio, ma la periferia non esiste più. Interi quartieri sono stati distrutti, rasi al suolo, bombe che cadono in continuazione e totale mancanza di elettricità e di acqua. Aleppo, invece, è semidistrutta e sotto assedio, con totale mancanza di acqua, elettricità e cibo.» È un resoconto drammatico quello che il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha fatto all’Agenzia Sir lo scorso 5 maggio (clicca qui) del suo recente viaggio in Siria. «La gente è disorientata - racconta il Custode - non riesce a capire cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere. Ho visitato i quartieri cristiani presi di mira dagli attacchi con decine e decine di famiglie decimate. Ho assistito a funerali, conosciuto carichi di sofferenza, di frustrazione, di impotenza incredibili. Nessuno sa cosa potrebbe accadere, il disorientamento è totale. Ho incontrato vescovi che non sanno più cosa dire davanti a tale scempio. I loro appelli cadono nel vuoto.» La guerra «sta provocando un cambiamento radicale nella vita della Siria e dell’intera regione.»

«La domanda della gente non è solo “quando finirà questa guerra?”. Ci si chiede soprattutto “cosa ci sarà dopo?, Chi verrà qui?, Lo Stato islamico o altri?, Se a vincere sarà l’Is cosa sarà di noi?, Chi sta sparando? E perché ci sparano?”. Sono tutte domande che non hanno risposta – ha osservato padre Pizzaballa -. Ma a morire non sono solo i cristiani. Se ci sono 70 morti 60 sono musulmani e 10 cristiani. Ogni gruppo religioso conta le proprie vittime come se fossero le uniche. Non è facendo valere il numero dei propri morti che si contrasta il radicalismo. Bisogna rinsaldare l’amicizia tra cristiani e musulmani. Non serve dividersi.» Rispetto alla situazione drammatica che vive la Siria, il Custode ha affermato: «La comunità internazionale ha fatto molto sbagliando molto. Ora potrebbe recuperare, innanzitutto fermando la vendita di armi. Non sono cose scontate: bisogna insistere molto sui Paesi arabi accompagnandoli non solo dal punto di vista economico ma anche vigilare sugli aspetti etici e sociali, fare in modo che nelle scuole islamiche venga dato un corretto insegnamento dell’Islam. Il radicalismo non nasce dal nulla ma da un contesto culturale e religioso sbagliato. Non esiste sviluppo economico sostenibile che non abbia al centro la persona e i suoi diritti. Se vogliono lo possono fare.»

Cernusco sul Naviglio, 18 maggio 2015