PREVOSTO: “RESISTIAMO AL MALE, ARRENDIAMOCI INVECE AL BENE”

Le iniziative cittadine per il 70° della Liberazione, nel giorno simbolo della rinascita democratica del nostro Paese, il 25 aprile, sono iniziate con la celebrazione della Messa.

In chiesa prepositurale, alla Messa delle ore 9,00, erano presenti autorità civili e militari, rappresentanti delle diverse associazioni. Un filo conduttore che ha unito i diversi interventi pronunciati nella giornata: il richiamo ai drammi e alle difficoltà di ogni genere che gli immigrati, che decidono di attraversare il Mediterraneo, trovano approdando sulle nostre sponde.

Il prevosto della città, don Ettore Colombo, nella giorno in cui la Chiesa Cattolica ricorda San Marco Evangelista, ha commentato le letture della Messa anche in riferimento alla ricorrenza civile della Liberazione. Il prevosto ha ricordato che san Paolo nella Lettera ai Galati ha scritto che «Cristo ci ha liberati per la libertà. State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.» Questa parole, ha poi aggiunto don Ettore, «mi hanno fatto venire in mente quanto don Giovanni Barbareschi, che ama definirsi “uno scout diventato prete” e che oggi ha 92 anni, aveva scritto nel giornale clandestino “Il Ribelle” durante la Resistenza: “Non ci sono liberatori ma solo uomini che si liberano”. In altre parole questo lo abbiamo ascoltato nella Prima lettera di san Pietro apostolo: “Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi nel mondo.”»

«Oggi ricordando le sofferenze e le prove vissute da coloro che hanno portato nel cuore il grande anelito della libertà – ha continuato don Ettore - che si sono opposti a ogni forma di male, di oppressione, di violenza, ci affidiamo al Signore e all’intercessione di san Marco. Preghiamo per tutti coloro che hanno dato la vita e non solo, ci hanno permesso di diventare uomini liberi, ma ci chiedono oggi di rimanerlo e di favorire il raggiungimento della vera dignità umana per tutti gli uomini e le donne che sono nostri fratelli e nostre sorelle e che stanno vivendo ancora la tragedia delle guerre, delle violenza, dell’immigrazione, della sofferenza, del dolore e della morte.

Chiediamo anche per noi di resistere con ogni forza al male, ad ogni forma di male, iniziando a debellare quello che si annida nel profondo del nostro cuore, e di arrenderci invece al bene e a Dio. A tutto ciò che ci rende uomini veri e buoni.”

“Semplicemente uomini” - “A san Marco che è il primo annunciatore del Vangelo di Gesù chiediamo di poter portare con la nostra vita l’annuncio di gioia e di pace anche nelle difficoltà del tempo presente. Solo così come cristiani, prima ancora che come uomini, non renderemo vano il sacrificio di tanti che hanno contribuito a ridarci il dono della libertà e saremo noi per primi uomini liberi, uomini veri, anzi semplicemente uomini.”

Cernusco sul Naviglio, 27 aprile 2015