All’annuale assemblea dei donatori di sangue di Avis Cernusco – che ora ha competenza anche per i Comuni di Segrate e Vimodrone – il consiglio ha espresso la volontà di volersi impegnare, con determinazione, per raggiungere nuovi traguardi, non accontentandosi di quanto fatto sinora. E non è certamente poco! Nel 2017, con 1513 soci effettivi, le donazioni sono state 2065, più 5,5% rispetto all’anno precedente.

Il presidente dell’associazione, Carlo Assi – ai donatori che domenica mattina, 11 febbraio, hanno riempito la sala convegno del Centro cardinal Colombo di piazza Matteotti – ha innanzitutto indicato i quattro pilastri su cui si deve reggere il loro impegno futuro. I primi tre sono costituiti dai valori e dall’esempio di Vittorio Formentano (fondatore dell’Avis nazionale), di Pietro Varasi (impegnato in Avis Milano, Lombardia e nazionale e presidente emerito di Avis Cernusco, morto nello scorso dicembre), e di Pio Mariani (anima dell’Avis Cernusco per oltre cinquant’anni). Il quarto pilastro, dalla continuità e dall’innovazione.

Nonostante il 2017 sia stato un anno difficile, Avis Cernusco ha fatto registrare, in termini di donazioni, un 5,5% in più. Sul fronte dell’innovazione, Assi ha sottolineato che da dieci anni Avis Cernusco fa formazione con gli amici delle altre sezioni dei comuni limitrofi.

Dopo aver definito l’attuale consiglio di Avis Cernusco “tre cuori, un’Avis” perché la sezione riunisce tre Comuni con cittadini animati da passione civile e un tessuto imprenditoriale e sociale vivo, Assi ha lanciato la sfida per il futuro: “Avis deve comprendere che la sfida di oggi è di essere ‘presenza sociale a rete’, e non struttura burocratica verticale. Le persone non sono motivate dalla struttura burocratica.”

Con soddisfazione, il presidente ha poi evidenziato “il più 5,5% delle donazioni del 2017 rispetto al 2016. Un dato che non si registrava da tanto. Negli anni passati quando dicevamo di aver contenuto la decrescita entro il 5% dicevamo di essere stati bravi.” Quindi ha spiegato che grazie a un’organizzazione efficace e flessibile è stato possibile invertire la rotta.

Gli obiettivi futuri di Avis Cernusco rimangono l’autosufficienza delle donazioni, rispetto al fabbisogno del territorio, i rapporti chiari con gli ospedali con i quali collabora, il fare rete con le altre associazioni e il continuare a collaborare con le autorità civili.

Per il triennio 2018/2020 – a fronte delle 2065 donazioni fatte nel 2017 e ai 1513 soci effettivi - sono state indicate queste priorità: mantenere l’attuale struttura di segreteria, che ha ben operato; diminuire del 10% il tempo, per quanto di competenza dell’associazione, che passa tra quando un aspirante donatore esprime la sua volontà di diventare avisino e la prima donazione; realizzare un’altra occasione di formazione, oltre a quella che già viene fatta nelle scuole; realizzare almeno un’iniziativa insieme alle altre associazioni di assistenza sociosanitaria di Cernusco, Vimodrone e Segrate; avviare iniziative sportive promozionali anche in questi ultimi due Comuni.

I volontari dell’Avis Cernusco lo scorso anno hanno ‘lavorato’ per 760 ore. Assi si è chiesto: “quanto valgono queste ore? Se dovessero essere pagate da un’azienda ospedaliera quanto spenderebbe? Quale sarebbe l’impatto sulla finanza pubblica?” moltiplicato per tutte le associazioni di volontariato che esistono nel nostro Paese. Da questo, ma non solo da questo, si comprende l’importanza che ha il volontariato nel nostro Paese e quanto sia rilevante dare concreta attuazione al principio della sussidiarietà.

L’assemblea si è poi conclusa con la premiazione dei soci benemeriti e di quelli alla prima donazione.

Cernusco sul Naviglio, 12 febbraio 2018