HAITI: “CHE BELLO SENTIRCI STANCHI ALLA FINE DI QUESTA AVVENTURA!”


“Ho conosciuto un gruppo di giovani entusiasti, preparati e desiderosi di vivere questa esperienza missionaria. Li ho visti buttarsi con gioia ed entusiasmo nelle attività.”

“Mi auguro di aver appreso da questa esperienza ad Haiti che ciò che è importante non è tanto quanto siamo riusciti ad imparare ma quanto siamo riusciti a perdere”: questo è stato il primo commento a caldo di Don David Maria Riboldi, poche ore dopo il suo rientro, lo scorso 23 agosto, dopo due settimane trascorse ad Haiti con un gruppo di giovani dei nostri oratori. Quindi ha aggiunto che “la vita forse la si riesce ad apprezzare non tanto nella misura in cui uno riesce a farne un forziere ma quando uno sente che la perde”, perché vuol dire che “allora sta facendo l’esperienza della risurrezione di Gesù, di Uno che ha dato tutto.”

“Siamo rientrati belli stanchi, ma tutti interi. I due sacerdoti – ha proseguito don David - che ci attendevano ci hanno preparato un gran bel lavoro da fare. Alla sera si andava a letto belli cotti. Che bello sentirci stanchi alla fine di questa avventura! Forse siamo riusciti a dare qualcosa, speriamo! A far nascere qualche relazione, in particolare con le persone più grandi. Qualche sguardo, qualche volto, qualche persona, qualche ragazzo ci rimarrà più impresso. Con qualcuno le relazioni potranno anche continuare. Che bello! Impariamo ad apprezzare la vita così. E di tutto ringraziamo il Signore.”


(da: Upg Cernusco facebook)

“Ho conosciuto un gruppo di giovani entusiasti – ha scritto don Claudio, uno dei due sacerdoti ambrosiani che hanno accolto i nostri giovani ad Haiti, per Voce Amica di settembre 2015 - preparati e desiderosi di vivere questa esperienza missionaria senza correre il rischio di chiudersi come gruppo. Li ho visti buttarsi con gioia ed entusiasmo nelle attività. Nonostante alcuni disagi, si sono adattati. Non è cosa da poco per giovani abituati alle comodità, senza perdere il giusto spirito.” Poi ha aggiunto: “Hanno scoperto anche cose belle di questo popolo, tentando di entrare lentamente nella cultura haitiana così diversa da quella italiana, con tanto mistero per i riti vudu.”

“Sono stati tredici giorni intensi – ha ricordato ancora don Claudio - che sono volati tra tante attività, dai primi giorni alla scoperta di ambienti e persone nuove, ai saluti ed abbracci dell’ultimo giorno.”

Il gruppo di giovani Cernuschesi, guidati da don David, sono stati accolti nella parrocchia di sant’Anna a Mare Rouge nel nord ovest di Haiti, “nella zona più depressa di quest’isola già tanto povera e provata”. Il mattino era dedicato ai bambini; insieme agli animatori locali erano proposte danze e giochi. Dopo il pranzo, c’era la visita a una delle diverse cappelle della parrocchia, per “portare un po’ di gioia, di musica, giochi e soprattutto un pallone.”

“Spero che questa esperienza – è l’augurio di don Claudio - abbia aiutato i giovani Cernuschesi a vedere le cose in modo diverso e possa anche far nascere cose nuove e belle anche là dove il Signore li ha posti per continuare a servire i più poveri. È questo un aiuto per allungare il nostro sguardo, ma anche per aiutare gli altri a fare altrettanto senza rinchiuderci nelle nostre piccole cose e comodità.” Un grazie da Haiti è arrivato anche per l’aiuto dato dai Cernuschesi alla missione con l’acquisto di un’auto.

Cernusco sul Naviglio, 14 settembre 2015