IN BRASILE DON SANDRO HA PORTATO TANTA SOLIDARIETÀ

Don Sandro Spinelli da qualche settimana è ritornato dal suo viaggio in Brasile, una terra che gli è rimasta profondamente nel cuore e nella quale ha speso una parte importante della sua vita.


La foto di copertina del “Diario di Sandro”

Agli amici e benefattori che l’aiutano a sostenere i suoi progetti di solidarietà, don Sandro sta consegnando il “Diario” di questo suo pellegrinare, ripercorrendo “antichi sentieri, passando per villaggi amati, riconosciuti come luoghi di fraternità, semplicità, accoglienza. L’acqua del ‘pozzo’ ha rinfrescato i nostri piedi e saziato la nostra fede … La gioia esultante della solidarietà, trasformata in una tavola imbandita di frutti della terra: il sole nasceva alle nostre spalle, dopo una notte di pioggia. Lì ho celebrato, ricordando tutti voi, che avere riempito il mio zaino di bene e di affetto. Grazie!”

In un Brasile che sta attraversando un “momento difficile politicamente ed economicamente”, don Sandro ha sperimentato un “difficilissimo e duro inserimento di clima, di cibo, di ‘dormita’, di igiene” ma appellandosi “alla forza della fede, del sì”, ha saputo superarlo, facendo sgorgare dal suo cuore questa preghiera: “Ti amo, mio Signore, sai che confido in Te per la mia vita. Al mattino, ancora nel buio della madrugada ti offro la mia giornata perché tu possa compiere la Tua opera. Così mi alzo gioioso perché so che Tu agirai”.

Nel “Diario”, don Sandro racconta i molti “scambi di solidarietà” che ha potuto compiere nei quasi due mesi di permanenza nel Paese del Sud America. Ne raccontiamo uno. “In un sabato splendido di sole e di limpido cielo – annota Spinelli - dopo sette ore di strada, col camioncino impolverato, giungo a Campo … da qui andiamo con un camion pieno di gente ad inaugurare il ‘pozzo’. Acqua bellissima e pulita, bambini e adolescenti saltellanti di gioia, uomini e donne a fare festa. Una preghiera, un canto, un ringraziamento al Signore Infinito che ci ha dato forza per portare a compimento questo progetto che dà gioia a 80 famiglie di 4 comunità. Siamo a una ventina di chilometri dai loro villaggi, qui hanno un pezzo di terra strappata a una multinazionale. Qui lavorano, qui piantano la loro sopravvivenza: fagioli, mais, mandioca. Qui hanno i loro animali e i loro alveari, qui c’è un cuore che pulsa. A sera, nel sabato, la celebrazione con tante persone conosciute e amate negli anni della mia vita a Pimenteiras (1977/1987 e oltre).”

Non manca poi un resoconto dettagliato delle offerte raccolte “durante l’anno 2016 e nelle giornate pre-natalizie a Cernusco e dintorni”, destinate a costruire alcuni pozzi, ad allacciamenti di energia elettrica, alla sistemazione di chiesette nei vari villaggi, alla casa di accoglienza per malati in attesa del ricovero in ospedale, a un centro di formazione, a una comunità per il recupero di tossicodipendenti e ad altri gesti di solidarietà.

A conclusione del “Diario”, c’è in don Sandro la consapevolezza che, all’alba dei suoi 75 anni, qualcosa deve inevitabilmente cambiare nei suoi prossimi viaggi: “Questo passaggio attraverso il Nordest, appoggiando progetti, come il pozzo e altro e vivendo, nei giorni liberi, tanto silenzio nella mia casa di legno, tipo baita, di Canaa, ho sentito, quasi chiaramente, che i miei anni chiedono un po’ di riposo. Una permanenza così, in questo stile (parecchi viaggi all’interno, con trasferimenti di molte centinaia di chilometri, per visitare i tanti villaggi che, un tempo, facevano parte della sua Missione, ndr) e lunga, non potrò più permetterla.” Rimane però sempre dentro a don Sandro “in profondità, la vita di un popolo che soffre, che lotta, che celebra la vita, accoglie, abbraccia e spera! Impossibile non cantare. Grazie!”

Cernusco sul Naviglio, 3 aprile 2017