Novembre 2021 | Voce Amica

“Se sono tenuto ad onorare questo luogo santo, sono altresì chiamato ad onorare la presenza di Dio in ogni donna e in ogni uomo, che è la Sua immagine viva, non astratta, ma concreta sulla terra”

VOCE AMICA

di novembre 2021 è ora in distribuzione

 

In questo numero:

 

LA COPERTINA

“Se sono tenuto ad onorare questo luogo santo, sono altresì chiamato ad onorare la presenza di Dio in ogni donna e in ogni uomo, che è la Sua immagine viva, non astratta, ma concreta sulla terra”

 

LA PAROLA DEL PARROCO

Neppure la medicina ci libera dalla schiavitù della morte

Carissimi,

tradizionalmente il mese di Novembre si apre con la celebrazione dei Santi e il ricordo di tutti i Fedeli Defunti. Il periodo che ci sta alle spalle, e speriamo sia concluso, ci ha spesso messo di fronte all’inesorabile verità della morte. Molti l’hanno sperimentata nelle proprie case, verso persone care, amici e parenti.

Nel suo testamento “Pensiero alla morte” il S. Papa Paolo VI scriveva:…“vedo che la considerazione prevalente si fa estremamente personale: io, che sono? Che cosa resta di me? Dove vado? E perciò estremamente morale: che cosa devo fare? Quali sono le mie responsabilità? E vedo anche che rispetto alla vita presente è vano avere speranze; rispetto ad essa si hanno dei doveri e delle aspettative funzionali e momentanee; le speranze sono per l'al di là… Poi io penso, qui davanti alla morte, maestra della filosofia della vita, che l'avvenimento fra tutti più grande fu per me, come lo è per quanti hanno pari fortuna, l’incontro con Cristo, la Vita…”

Il Card. Angelo Scola scrive in un saggio dal titolo “Morte e libertà”: …”la vita terrena dell'uomo è destinata a chiudersi con la morte fisica. L'immortalità dell'uomo, istanza che anche quando è negata pervicacemente si impone come determinante di ogni umana azione, implica il passaggio dalla morte fisica. La sopravvivenza oltre la morte fisica dell'uomo è un passaggio obbligato. Questo dato di esperienza comune è tendenzialmente rimosso dalla mentalità oggi dominante e non solo come fu per il passato a partire dal timore che la schiavitù della morte incute. Questa rimozione trova inedito e sconsiderato appoggio in certa esaltazione delle strabilianti possibilità di prolungamento della vita che il connubio tra scienze e tecnologie vanno assicurando all'umana specie. Sostenuta dalla vulgata mediatica, finisce per prevalere la convinzione che, prolungando indefinitamente questa vita, si giungerà a vincere la morte. Se non vado errato è proprio la scienza biologica a dirci invece che l'uomo è geneticamente programmato a “termine”.

... Di fatto la morte fisica ci sta davanti in tutta la sua forza di estorsione e con essa dobbiamo fare i conti. Affrontare la malattia rimuovendo la morte sarebbe avviare la medicina su sentieri interrotti e deliranti. Un simile delirio di onnipotenza fa male al soggetto in tutti i sensi e certamente non può contribuire alla sua armonica relazione con le strutture sanitarie. Resta incontrovertibile il dato che neppure la medicina ci libera dalla schiavitù della morte e dall'angoscia di vanità da essa prodotta. Tuttavia l'uomo non riesce a far tacere l'istanza di immortalità che continua ad alimentare il suo slancio vitale.

… Il Crocifisso Risorto, che ha già attratto con sé nel seno della Trinità sua madre Maria col suo vero corpo e che offre a ciascun uomo questa speranza certa, è l'amore personificato che risponde alla domanda costitutiva “Mi si ama”?, invitandomi all'amore. Ad ogni uomo in special modo a chi è nella condizione di malato terminale egli rivolge la stessa domanda che, Risorto, formulò a Pietro sul lago di Tiberiade: “Simone di Giovanni, mi ami tu?” (Gv 21,16) invitandolo ad inoltrarsi a sua volta sulla strada dell'amore, a farsi amante per poter alla fine riconoscere, carico di commossa ammirazione: “Tu o Signore mi hai amato per primo, aprendomi la porta della casa del Padre” (1Gv 4,19; Gv 10,1-19). Dentro questa straordinaria evidenza fattuale, che la scommessa della fede fa fiorire nel cuore dell'uomo, ogni vanitas è travolta e la sicurezza totale è elargita. Qui la morte e la malattia non hanno più potere”.

In Cristo Gesù la mia morte coincide con l'essere definitivamente accolto in questa dimora permanente e pacificante di amore. Per questo “valutata in termini umani la morte è semplicemente una fine, un puro e semplice passivo venir portato via. La follia del Cristianesimo consiste nel fare di questo confine una specie di centro” (Balthasar).

don Luciano

 

PRIMO PIANO

Prendersi cura

Domenica 10 ottobre sono state celebrate due importanti giornate, una nazionale e una mondiale, passate un po' in sordina per i non addetti ai lavori. Si è trattato della Giornata mondiale della salute mentale e della Giornata nazionale delle persone con sindrome Down.

Il tema scelto per l’edizione 2021 della prima, “Salute Mentale in un mondo ineguale” (Mental Health in an Unequal World), ci dice che persiste una disparità di trattamento e di qualità dell’assistenza fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie. Purtroppo molti fattori legati a situazioni economiche, sociali e culturali, fattori che si sono acuiti nell’ultimo periodo a causa della pandemia e della maggiore difficoltà di accesso alle cure, si sono aggiunti allo stigma e al pregiudizio che tuttora condizionano la qualità della vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro cari, delle loro famiglie.

La Giornata nazionale delle persone con sindrome Down ha invece scelto lo slogan “Ripartiamo” e questo ci dice quanto in questo secondo autunno di preoccupazioni, ancora vive per la pandemia, ci sia necessità di speranza che si possano affermare i diritti delle persone con sindrome di Down e si possa abbattere qualsiasi barriera culturale che ostacoli la loro inclusione sociale, scolastica e lavorativa.

Se le “giornate” sono passate un po' in sordina, come Voce Amica vorremmo invece aprire una finestra sulle tante persone che anche nel nostro territorio vivono questo tipo di difficoltà e disagio insieme alle loro famiglie e sulle associazioni che se ne curano, senza ovviamente la pretesa di essere esaustivi.

Lo facciamo dando spazio a un paio di associazioni e attraverso loro ricordare e ringraziare quanti sul nostro territorio si prendono cura di persone in difficoltà, dove “prendersi cura” vuole innanzitutto dire cura della dignità, cura contro ogni pregiudizio, cura delle relazioni, cura di una famiglia, lasciandoci interrogare, come comunità civile ma anche come comunità ecclesiale, su quale apporto si possa dare perché il concetto di comunità non sia una parola vuota di significato.

Se una prima risposta può venire dalle associazioni stesse, mettendosi in rete e lavorando assieme alle istituzioni (vedi l’impegno di Caritas al tavolo del Distretto 4 ATS, più avanti in queste pagine) non lasciare passare sotto silenzio, informarsi e dare la propria disponibilità per anche un piccolo contributo di spazi e di volontariato è invece alla portata di ciascuno, un piccolo sforzo che porta grande ricchezza personale e contribuisce ad abbattere i tanti pregiudizi che ancora persistono.

Un gruppo di amici! (Impronte … diverse)

Metti una merenda il sabato pomeriggio (La Lente ONLUS)

Un nuovo modo di stare al mondo (ANFFAS ONLUS MARTESANA)

Caritas al lavoro per il “Piano di Zona”

 

COMUNITA’ PASTORALE

VOCE AMICA… con fiducia verso il prossimo 2022

Vedere la grazia di Dio e rallegrarsene (come Barnaba)

La Festa dei Santi Angeli Custodi e dei nonni all’asilo Suor Sorre

“L’amore che ci unisce”: il bellissimo cammino dei Gruppi di Ascolto

"Noi popolo del grazie" a Lourdes

Chiusura forzata del Santuario di Santa Maria

Abbiamo ricordato i nostri cari

L’Avvento: tempo di speranza (di don Andrea Lupi)

Settembre 2021, a Erba esercizi spirituali per persone vedove e non

 

MISSIONI

La carezza del Sertao: appunti e riflessioni dal diario di don Sandro Spinelli

Saluto a Don Antonio Perego

 

FAMIGLIA

L’anello mancante

L’amore nel matrimonio (per conoscere Amoris Laetitia)

Che cosa farebbe Gesù al mio posto?

 

LE PARROCCHIE

Due interventi sul tetto della prepositurale

 

ASSOCIAZIONI

Il Centro Dottor Gianni Mori, l’Ospedale Uboldo e i Cernuschesi

Anni sempre verdi: Gita Sociale 2021 a Sirmione

           

PASTORALE GIOVANILE

            Don Andrea: In movimento!

            Vita comune in oratorio

            L’incontro con l’Arcivescovo: “Non restate fermi in un parcheggio!”

            Pastorale Samaritana: Combattere l’indifferenza

            ASO’:

                        Fair Play Festival - Cernusco capitale di uno sport leale

                        ASO’ nel CLUB “CSI per il mondo”

            Centro Sportivo don Gnocchi: uno, due, tre … Padel

            Scout: Sii preparato a dire eccomi, facendo del tuo meglio per servire

 

 

 

 

LA CITTA’

Gelso d’Oro: Un tuffo nella storia di Cernusco

Cernusco si fa bella...

Una nuova iniziativa editoriale: “Gli anni in Oratorio, impossibile dimenticarli!”

Un viaggio letterario in una Londra tutta da scoprire: l’ultima fatica di Elisabetta Ranghetti

Cernusco tra arte e storia: visite guidate del nostro centro storico

 

Senza scordare le rubriche: il Diario, il Taccuino, la programmazione di Agorà, le Farmacie di turno, le Necrologie, tutti gli orari delle celebrazioni e degli uffici parrocchiali, l’anagrafe, anche “corposa”, di ciascuna parrocchia...

 

VOCE AMICA”, al suo 96esimo anno di vita, è il mensile cattolico della Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”: chi non lo riceve direttamente a casa, lo può trovare in fondo alle chiese parrocchiali cittadine o in Libreria del Naviglio (via Marcelline 39).

 

Il numero di novembre 2021 è in distribuzione da sabato 6 ottobre

Il prossimo numero sarà in distribuzione da sabato 4 dicembre 2021

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