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DAL 2015 IMPORTANTI SEGNALI DI DISTENSIONE PER L’ECONOMIA DELL’EST MILANO

«Con il 2015 si osservano alcuni importanti segnali di distensione per l’economia dell’Est Milano, che permettono di guardare al futuro con una certa fiducia.»

«Tanto il tessuto produttivo, quanto il mercato del lavoro manifestano un generalizzato miglioramento, che, nelle sue linee di fondo, dà seguito a quanto si iniziava già a rilevare con riferimento alla prima parte dell’anno»: questo è in sintesi il quadro che emerge dal Rapporto di ricerca sull’economia e il lavoro nell’Est Milano: gli andamenti del 2015 curato dall’Afol Est Milano (Agenzia formazione orientamento lavoro), azienda speciale partecipata dalla Città Metropolitana di Milano e da 22 Comuni dell'Est Milano, compreso il nostro, reso nostro negli scorsi giorni e consultabile sul suo sito web.

In particolare, il Rapporto evidenzia «come la dinamica delle imprese riprenda di vigore, come il confronto tra i tassi di natalità e di mortalità aziendale confermi una buona capacità di tenuta, nonché come le assunzioni avanzino in modo sostenuto e anche i saldi occupazionali migliorino nettamente, riassorbendo parte del deficit dei periodi addietro. Per la prima volta, inoltre, tanto il numero delle realtà produttive insediate nell’area, quanto i volumi degli avviamenti tornano sui livelli pre-crisi, evidenziando, dunque, un risultato la cui portata assume un certo rilievo anche rispetto alle dinamiche di lungo termine, oltre che nel breve periodo.»


Foto d’archivio (Siciliani-Gennari/SIR: Riproduzione riservata)

L’Agenzia invita però a porre attenzione alla «eccezionalità di alcune condizioni che si sono combinate proprio durante lo scorso anno» e al «permanere di una serie di questioni irrisolte». Per le prime, oltre a «una reattività intrinseca al territorio», anche al «combinarsi di una serie di altri accadimenti di natura straordinaria, circoscritti e limitati nel tempo (l’Esposizione Universale, le generose misure di incentivo contenute nella Legge di stabilità per il 2015)». Per le seconde, «l’ampia platea di coloro che non partecipano al mercato del lavoro, piuttosto che al volume della disoccupazione o, ancora, alla situazione di sofferenza in cui versa il comparto artigiano.»

Nel 2015, sottolinea il Rapporto, si è assistito «ad un incremento del numero di imprese attive che non ha precedenti negli ultimi sette anni, culminando al proprio punto di massimo, per quanto si debba comunque parlare di tassi di variazione attestati ancora al di sotto del punto percentuale. In seconda istanza, lo scorso anno rappresenta anche il ripristino di una situazione che, per lo meno in termini quantitativi, eguaglia i livelli pre-crisi. Per la prima volta, infatti, la compagine di aziende attive sul territorio torna a crescere nel lungo periodo (pur in modo estremamente debole), oltre che nel breve termine. Da ultimo, i saldi di nati-mortalità confermano il proprio segno positivo, il che è indice di una certa resilienza.»

Dai dati della Camera di Commercio, riportati nel Rapporto, emerge che «a fine 2015, il sistema produttivo locale conta 20.503 imprese economicamente attive, ossia 152 in più rispetto alle 20.351 registrate un anno prima. In termini relativi, tale variazione rappresenta una crescita del +0,7%, ossia il risultato più espansivo mai osservato dopo la drastica caduta del biennio 2008-2009 (-1,4%).»

Il Rapporto segnala inoltre «la divergenza tra l’andamento delle imprese artigiane, e le realtà maggiori.» Le prime sono diminuite del -0,4%, mentre le seconde hanno conseguito «performance piuttosto buona» con una crescita dell’1,3%, evidenziando «un’ulteriore accelerazione della propria crescita.» Guardando, invece, ai diversi settori di attività, «il 2015 si caratterizza per l’ulteriore ridimensionamento dell’industria manifatturiera e delle costruzioni», «l’avanzata del commercio, che accelera rispetto al 2014 (+0,9% contro +0,3%), così come anche delle restanti funzioni terziarie (+1,6% contro +0,9%).» Nell’ambito di quest’ultime, crescono le imprese che erogano servizi a bassa qualifica (+48 imprese), le attività di alloggio e ristorazione (+36 imprese), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+19 imprese), i servizi alla persona (+18 imprese) e la sanità (+11 imprese).

Le aziende artigiane nella nostra zona continuano a registrare un «lunga parabola discendente» che ha «determinato una forte selezione delle realtà operative sul territorio, che ha colpito specialmente le aziende meno competitive, meno dinamiche e meno propense ad innovare, ad affacciarsi sui mercati internazionali, nonché a relazionarsi sulle reti lunghe.» In termini numerici, dal 2008 ad oggi si è registrata la scomparsa di 460 imprese, «ridimensionando drasticamente la consistenza dell’artigianato dalle 6.947 realtà rilevate alla vigilia della crisi alle attuali 6.487 e parimenti decrementando il suo peso dal 34,0% ad un’incidenza oggi pari al 31,6%. Per quanto queste tendenze si ritrovino ovunque in Provincia, la condizione in cui versa l’Est Milano appare la più preoccupante.»

Con riferimento al nostro Comune, osserviamo che le imprese attive nel 2015 erano 2.277 contro le 2.211 del 2014. Le nuove imprese nate lo scorso anno sono state 167, 3 in meno del 2014 (170). Le cancellazioni sono, invece, passate dalle 124 del 2014 alle 93 del 2015.

Gli avviamenti al lavoro nel 2015, sempre per il nostro territorio comunale, sono stati 5.900, contro i 4.725 del 2014; le cessazioni 5.641 a fronte delle 5.326 del 2014.

Le dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro presentate da cernuschesi sono passate dalle 583 del 2014 alle 570 del 2015.

In un altro articolo, pubblicato su questo stesso sito, ci soffermiamo sull’andamento del mercato del lavoro nel corso del 2015.

Cernusco sul Naviglio, 4 aprile 2016