“APRIAMO I NOSTRI OCCHI PER GUARDARE LE MISERIE DEL MONDO”

«Non dobbiamo mai permettere che la cultura del benessere ci anestetizzi e ci renda “in­capaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri” – scrive Papa Francesco ai partecipanti al meeting di Davos (Svizzera) - così che “non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete”»

«Il sorgere della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale” è stato accompagnato da una crescente percezione dell’inevitabilità di una drastica riduzione nel numero dei posti di lavoro. I più recenti studi, condotti dall’Organizzazione Internazionale per il Lavoro, indicano che attualmente la disoccupazione riguarda centinaia di milioni di persone. La finanziarizzazione e la tecnologizzazione delle economie nazionali e di quella globale hanno prodotto cambiamenti di ampia portata nel campo del lavoro. Le diminuite opportunità per un’occupazione vantaggiosa e dignitosa, insieme a una riduzione della copertura previdenziale, stanno causando una preoccupante crescita della disuguaglianza e della povertà in diversi Paesi. Emerge con chiarezza il bisogno di dar vita a nuovi modelli imprenditoriali che, nel promuovere lo sviluppo di tecnologie avanzate, siano anche in grado di utilizzarle per creare un lavoro dignitoso per tutti, sostenere e consolidare i diritti sociali e proteggere l’ambiente. L’uomo deve guidare lo sviluppo tecnologico, senza lasciarsi dominare da esso!». È con queste considerazioni che inizia il messaggio di Papa Francesco ai partecipanti al meeting annuale a Davos-Klosters (Svizzera)

Papa Francesco lancia quindi un appello ai partecipanti al Meeting: «“Non dimenticate i poveri!”. Questa è la sfida primaria che, come dirigenti nel mondo degli affari, avete dinanzi. “Chi ha i mezzi per condurre una vita dignitosa, invece di essere preoccupato per i privilegi, deve cercare di aiutare i più poveri ad accedere anch’essi a condizioni di vita rispettose della dignità umana, in particolare attraverso lo sviluppo del loro potenziale umano, culturale, economico e sociale” (Discorso alla classe dirigente e al Corpo Diplomatico, Bangui, 29 novembre 2015). Non dobbiamo mai permettere che la cultura del benessere ci anestetizzi e ci renda “in­capaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri”, così che “non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete” (Evangelii gaudium, 54).»

Papa Bergoglio invita ad aprire gli «occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità». Quindi invita a sentirsi «provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo” (Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, Misericordiae Vultus, 15). Quando ci rendiamo conto di questo, diventiamo più pienamente umani, dal momento che la responsabilità nei confronti dei nostri fratelli e sorelle è una parte essenziale della nostra comune umanità.»

«Non abbiate paura di aprire le menti e i cuori ai poveri»: è l’appello che lancia il Santo Padre. «In questo modo darete completa libertà di azione ai vostri talenti economici e tecnici e scoprirete la felicità di una vita piena, che il consumismo di per sé non può procurare. Di fronte a cambiamenti profondi ed epocali, i leader mondiali sono chiamati alla sfida di assicurare che l’imminente “quarta rivoluzione industriale”, gli effetti della robotica e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche non conducano alla distruzione della persona umana – ad essere rimpiazzata da una macchina senz’anima – o alla trasformazione del nostro pianeta in un giardino vuoto per il diletto di pochi scelti. Al contrario, il momento presente offre una preziosa opportunità per dirigere e governare i processi in corso e per edificare società inclusive, basate sul rispetto della dignità umana, sulla tolleranza, sulla compassione e sulla misericordia.»

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Cernusco sul Naviglio, 25 gennaio 2016