II Domenica dopo la Dedicazione

La parabola che il vangelo di questa domenica ci offre, gravita intorno al tema del rifiuto della persona e del messaggio di Gesù da parte di coloro che avrebbero dovuto accoglierlo con tutto il cuore.

Ciò che invece fanno coloro che vengono considerati peccatori e indegni: i pubblicani e le prostitute.

È una parola di grande respiro anche per noi: possiamo rivolgerci a Gesù anche dopo un rifiuto.

Possiamo tornare a cercarlo anche dopo esserci molto allontanati.

La sua pazienza è infinitamente più grande della durezza del nostro cuore, solo la fede semplice e profonda dei piccoli ci rende capaci di ascoltare.

La nostra salvezza non consiste in un comportamento ineccepibile, ma nel tendere a Dio con tutto il cuore.

Una vita ligia a tutte le norme esteriori ci chiude nel nostro egoistico orgoglio.

Ma, ci dice Paolo nella seconda lettura, noi non siamo giustificati per le opere della legge, ma dalla fede in Gesù Cristo.

Solo la fede ci dona di far vivere Cristo in noi.

La vigna della nostra vita è continuamente abbellita e custodita da Dio…

Potessimo vedere la cura con cui Dio ci protegge e si prende cura anche delle più piccole cose del nostro vivere!

Sapremmo dire subito «Sì» ai suoi inviti e non indugeremmo nel mettere in pratica le sue parole.

L’intercessione di Maria ci doni di essere obbedienti e docili.

Non ci accada di essere rigettati come la vigna indegna, ma possiamo portare i frutti di santità che il Padre aspetta da ciascuno di noi.
Benedettine dell'adorazione perpetua (testo dal sito www.liturgiagiovane.org - immagine di copertina dal sito www.wikipedia.org)


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