VI Domenica dopo Pentecoste

Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte. La gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.

Gesù ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse. Se la prima alleanza infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un’altra.

Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

Quante belle suggestioni spirituali ci danno queste perle tratte dalle letture dell’odierna domenica!!

Nel primo estratto, c’è uno degli imponenti e solenni momenti in cui Dio di manifesta, quelle che in termine teologico di derivazione greca sono dette TEOFANIE. I momenti della Rivelazione di JHWH, il Dio della Alleanza, sono scene in cui tutta la natura è coinvolta: qui il Sinai, che simboleggia la montagna sacra per eccellenza, è scosso da fenomeni sismici e meteorologici che mostrano la potenza del Signore e Creatore. Questo Dio che non è una qualsiasi divinità ma ha un nome proprio, JHWH, ed è il Signore della Storia, Colui che stabilisce l’Alleanza con il popolo che si è scelto tra tutti gli altri, cioè il popolo dei Credenti. Questa Prima Alleanza, l’Antico  Patto (Testamento), viene sancita nel deserto del Sinai tra JHWH e Mosè, dopo che questi, il profeta di Dio, prega e si ritira per quaranta giorni sulla sommità del monte… Quaranta giorni, come la durata del diluvio. Quaranta come gli anni di peregrinazione nel deserto dopo l’uscita dalla schiavitù d’Egitto.

Ma quel patto, quell’Alleanza, viene nel corso del tempo ripetutamente violato dal Popolo di Israele. Esso si affida agli idoli dei popoli cananei, tradendo il suo Dio. I profeti cercano di riportare Israele alla purezza della fede, ma i regnanti ed i sacerdoti corrotti li fanno sopprimere. È allora necessario rifondare l’Alleanza, anzi trasformarla. Non sarà più soltanto un profeta ad essere intermediario tra Dio ed il popolo, ma Dio stesso prenderà carne di uomo, e sarà il Messia, il figlio dell’Uomo, in Gesù di Nazareth.

E questo Dio-fatto-uomo manifesta la sua divinità in tanti atti prodigiosi e miracoli, ma la teofania più incredibile è quella della sua morte sopra la Croce, così come ce la presenta l’evangelo di san Giovanni. In quel Venerdì santo sul monte del Golgotha, gli stessi fenomeni tellurici e meteorologici avvenuti secoli addietro sul Sinai, e, al posto delle tavole della Torah il Santissimo Corpo del Signore, dal cui Cuore trafitto sgorga il sacramento della Nuova ed Eterna Alleanza.

Questo sacramento rende Gesù il Sacerdote Supremo, al cui cospetto il sacerdozio levitico e la Prima Alleanza scompaiono. Contempliamo Gesù Eucaristia, l’Alleanza definitiva del Padre.

p. Antonello Antonelli (www.liturgiagiovane.org)

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