VII Domenica dopo Pentecoste

Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati

E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia

Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

La frase chiave della nostra meditazione della Scrittura proclamata in questa domenica è esattamente quella pronunciata da San Pietro a Gesù. La scena è molto intensa: Gesù ha appena incontrato incomprensione e non accettazione del suo messaggio da parte dei suoi uditori. Sa che man mano che la sua missione procederà, sempre più grande sarà la reazione di assoluto rifiuto alla sua figura di Figlio di Dio. Gesù allora chiede quasi provocatoriamente ai suoi, ai Dodici, se vogliono anche loro andarsene. O forse è il lato umano di Gesù che, amareggiato da tanta incomprensione pubblica, cerca una prova di affetto dagli Apostoli. E la ottiene. Qui veramente Pietro si rivela il vero portavoce e, come dicono i cristiani orientali, il CAPOCORO (CORIFEO) del Collegio Apostolico. Le sue parole diventeranno la supplica di tutta la Chiesa Universale, la Comunità dei credenti di ogni tempo. In questa nostra temperie attuale, questa società secolarizzata e postmoderna, noi discepoli del Cristo, che cerchiamo di camminare alla sua sequela, viviamo immersi nell’incredulità, nell’assoluta assenza di principi morali. Ognuno degli abitanti di questo pianeta è sempre più solo, e si dibatte nella stretta di una esistenza inautentica e piena di angoscia. Di parole seducenti ma terribilmente vuote è pieno ogni giorno della quotidianità che noi viviamo. Giornali, televisioni, social networks e quant’altro propongono visioni della vita quantomai improbabili e ricette per ogni problematica umana che sembrano slogans pubblicitari. Sono tutti idoli, alla stessa stregua degli idoli falsi e bugiardi, simulacri di pietra senza vita che purtroppo Israele ha servito e seguito preferendoli a JHWH, il Dio vivo e vero. “Signore Gesù, non vogliamo più seguire le mode, seguire la corrente, vivere in maniera materialistica ed inautentica. Non vogliamo più essere degli idolatri. Dacci la Forza dello Spirito, perché meditiamo nel cuore e viviamo la Tua Parola, e testimoniamo con azioni coraggiose e controcorrente che siamo cristiani”.

padre Antonello Antonelli (www.liturgiagiovane.org)

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