DOMENICA DELLA II SETTIMANA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

Egli aspettò che producesse uva, essa produsse invece acini acerbi.

L’uomo non è giustificato per le opere della Legge, ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo.

I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

Il Profeta Isaia ci presenta questa bellissima immagine che diventerà un Simbolo fondamentale per descrivere la comunità dei credenti. Essa è paragonata ad una vigna che il proprietario, Dio stesso, coltiva con cura e con amore infiniti. Al momento della vendemmia però, invece di dolci grappoli gonfi di succo zuccherino, sulle viti ci sono soltanto acini striminziti ed aspri. Perché  il popolo di Dio, Israele, è stato sempre un vitigno ribelle, che non ha saputo assecondare le cure del divino vignaiolo. Allora, conclude Isaia, JHWH farà in modo che questa vigna sia distrutta dagli animali selvatici e calpestata. Così è storicamente avvenuto per il popolo della Prima Alleanza. Ma stiamo attenti, queste stesse parole del Profeta sono rivolte anche a noi, il popolo della Seconda Alleanza, il nuovo Israele, la Chiesa Universale. Noi che, nonostante la venuta di Gesù, che è la vera vite di Davide, (come dice il testo eucaristico della Didachè, cioè la Dottrina dei Dodici Apostoli), continuiamo a confidare sulle nostre deboli forze, sulle nostre opere fragili e dal sapore acido. Non siamo capaci di confidare nella SOLA GRAZIA di Dio per portare frutti degni della promessa che ci è stata donata.

Ma qualcheduno, a volte più facilmente al di fuori della vigna della Chiesa, è capace di un atteggiamento di autentico totale affidamento a Gesù. Chi sono costoro? Sono quelli che Gesù chiama pubblicani (cioè esattori regali delle tasse, e perciò imbroglioni e senza scrupoli), e prostitute. Ma qui non si tratta di definire delle particolari categorie di persone; si tratta invece di rendersi conto che, anche e soprattutto al di fuori dell’istituzione ecclesiastica, ci sono delle persone capaci di slanci incredibili. Loro che non hanno nessuna ricchezza e rispettabilità da perdere, di fronte a Gesù sono capaci di prostrarsi e di piangere, dicendogli “Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!”. Cari fratelli e sorelle, noi dobbiamo ammirare ed imitare questa fede totale!!!
padre Antonello Antonelli (www.liturgiagiovane.org)

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