EUTANASIA: PER LA RIFLESSIONE...

INTRODUZIONE ALLE RIFLESSIONI:

In questi giorni il dibattito pubblico del nostro Paese si sta concentrando sull’opportunità di introdurre nel nostro ordinamento nuovi diritti civili. Questi potranno incidere su alcune tematiche eticamente sensibili e socialmente fondamentali: famiglia e fine vita. Nel mare aperto delle opinioni, occorre ritrovare la bussola della retta ragione e del bene comune, per evitare di lasciarci trasportare passivamente dalla corrente del pensiero dominante o dalle onde delle credenze personali. Purificati così da ogni soggettivismo, potremo dialogare in modo costruttivo e camminare insieme verso una società più giusta, più a misura di uomo, da lasciare ai nostri figli.

Abbiamo già pubblicato
Una riflessione pratica sull'eutanasia” e “Una riflessione cristiana sull’eutanasia


Brevi note sul diritto all’eutanasia in Italia:

L'atto eutanasico può consistere in un'omissione, laddove si interrompa il trattamento medico che mantiene in vita il malato (eutanasia passiva), oppure in un'attività, che cagiona o affretta la morte attraverso farmaci letali (eutanasia attiva / aiuto al suicidio / suicidio assistito).

In Italia l'eutanasia passiva è stata introdotta con L. 22 dicembre 2017 n. 219 ("Legge sul consenso informato e sulle disposizione anticipate di trattamento"), è dunque lecita dal 31 gennaio 2018 e si realizza con due strumenti attraverso cui il paziente può rifiutare anticipatamente per sè qualsiasi cura, anche salva-vita, come la nutrizione e l'idratazione artificiali: le disposizioni anticipate di trattamento (c.d. testamento biologico) e la pianificazione condivisa delle cure.

Allarmanti sono alcuni aspetti della legge sul c.d. testamento biologico (L. 219/2017):

  1. non contempla il diritto del medico all'obiezione di coscienza,

  2. non esclude un guadagno economico per l'opera del "fiduciario" nominato dal paziente, che può prestare o rifiutare il consenso alle cure,

  3. prevede una clausola generale di eutanasia passiva a discrezione del medico (art. 2: "Nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati").

Di contro, l'eutanasia attiva è in Italia ancora un fronte caldo, aperto nel 2018 addirittura dalla Corte costituzionale (ordinanza 24 ottobre 2018 n. 207). La Consulta richiedeva al Parlamento due cose: depenalizzare in parte il delitto di aiuto al suicidio (art. 580 cod. pen) e legalizzare il suicidio assistito dal medico entro il 24 settembre 2019. Nel frattempo anche il Comitato nazionale di bioetica si è detto favorevole al suicidio medicalmente assistito (parere del 18 luglio 2019).

La rapidità con cui l'Italia si sta aprendo all'eutanasia crea un'urgenza: informare il popolo, anche sulle norme appena varate, e riscoprire al suo fianco il valore assoluto della vita umana. R.D.