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SAN GIUSEPPE …CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO…

Domenica 5 maggio la parrocchia di San Giuseppe Lavoratore ha festeggiato il suo Santo Patrono. In questa giornata gli occhi di un bambino hanno potuto gustare e vivere il Suo stile di vita…


La celebrazione eucaristica solenne nella giornata della Festa Patronale di San Giuseppe Lavoratore

C'era una volta a Betlemme un uomo che si chiamava Giuseppe, un uomo giusto, una persona che cerca di comportarsi secondo i comandamenti, secondo la volontà di Dio. Maria, con cui è fidanzato, aspetta un bambino. E lui, Giuseppe, sa che non può esserne il papà, ne è assolutamente certo! Giuseppe non sa proprio che fare. Gli viene un'idea: «Non accuserò Maria, scapperò, daranno la colpa a me, ma Maria sarà salva”. La notte seguente, Giuseppe fa un sogno bellissimo. Sogna un angelo, un messaggero del Signore, che entra nella sua stanza e la illumina con luce sfolgorante. E gli dice: «Giuseppe, non devi aver paura di sposare Maria: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo, Maria partorirà un bambino e tu gli metterai il nome Gesù »

Ma che cosa significa quello che ha detto il messaggero di Dio? Che cosa vuol dire è opera dello Spirito Santo? Giuseppe non lo sa, capisce soltanto che questo bambino fa parte di un grande progetto di Dio e che loro, Maria e Giuseppe, diventeranno strumenti nelle mani di Dio per realizzare quello che l'antico profeta aveva già annunciato: il figlio di Maria si chiamerà anche Emmanuele che significa Dio è con noi.

Domenica 5 maggio la parrocchia di San Giuseppe Lavoratore ha festeggiato il suo Santo Patrono (dichiarato patrono della Chiesa cattolica dal beato Pio IX l'8 dicembre 1870).

Ognuno di noi si pone un piano, un percorso nel quale tutto deve andare come ha stabilito, abbiamo la presunzione di modellare la vita su un nostro disegno che ci cuciamo addosso come stereotipo di un mondo che ci circonda. La vita però ci insegna che "volere" non sempre corrisponde a quello che nella vita succede, non sempre le cose vanno come ci aspettiamo; un po’ come è successo a San Giuseppe. Sicuramente non si era prefissato di diventare il padre putativo di Gesù e simbolo insieme a Maria della Sacra Famiglia, ma….. si è affidato, la sua Fede gli ha fatto consegnare la vita nelle mani del Signore. Un affidamento ed un ruolo non passivo, ma sempre protettivo e di educatore nei confronti di quel Figlio. Un messaggio che dobbiamo fare nostro , un paraocchi che dobbiamo essere capaci di togliere, ed una volta tolto volgere lo sguardo oltre, dove forse mai avremmo pensato.

Gli occhi di un bambino oggi hanno potuto gustare e vivere questo stile di vita.


Pranzo comunitario in Oratorio

Il san Giuseppe lavoratore: per realizzare il pranzo, il gioco, la super merenda, il bar apparecchiato e poi pulito e sparecchiato , il salone teatro della sfida, prima campo minato da mille palloncini e poi tutto bello rimesso in ordine dai bambini insieme agli animatori e alle mamme per avere tutto questo serve il lavoro, non basta sedersi e mangiare , ma ci devo mettere io per primo le mie mani

Il San Giuseppe come padre e parte della famiglia: famiglia come comunità dove tutti siamo insieme, ognuno con le proprie caratteristiche e capacità, dove si collabora, ci si divide i compiti, si è seduti vicini per esserci l’uno per l’altro, dove ci si assume le proprie responsabilità per il bene proprio , ma anche per quello del fratello

Il San Giuseppe Santo: la Preghiera è stata suonata sulle note di Emmanuel... siamo qui sotto la stessa luce, sotto la sua croce, cantando ad una voce….. perché una comunità è UNA! e ciascuno di noi è avvolto individualmente in un unico abbraccio dell’unico Padre

Cernusco sul Naviglio, 8 Maggio 2019