VENERDI´ SANTO: "GUARDIAMO AL SEPOLCRO CON GLI OCCHI DI MARIA"

Dopo la celebrazione, nel pomeriggio, della Passione del Signore, a sera la processione con i simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo morto. Il parroco: “Maria vuole restaurare i nostri cuori, vuole renderli belli”

Secondo la tradizione della Chiesa Ambrosiana in questo giorno e nel giorno seguente non si celebra l’Eucaristia. Nel pomeriggio, alle ore 15, in chiesa prepositurale e nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore ha avuto luogo la celebrazione della Passione del Signore, introdotta da questa presentazione: “Ci troviamo raccolti a commemorare e vivere la passione del Signore. La Chiesa contempla il suo Sposo che, morendo si offre vittima al Padre per liberare tutta l’umanità dal peccato e dalla morte. Noi adoriamo in questa celebrazione il mistero della salvezza e disponiamo il nostro cuore nella fede e nel pentimento perché possiamo essere raggiunti, guariti e santificati dal sacrificio di Cristo Redentore.”

La narrazione della Passione, dal Vangelo secondo Matteo, è ripresa dal punto in cui si era interrotta la sera precedente, nella celebrazione nella “Cena del Signore”. La liturgia ci ha invitato a “contemplare Gesù che percorre la via della croce; a considerare l’iniquità che si abbatte su di lui, l’Agnello che porta i peccati di tutti; a sentire il grido della folla: Crocifiggilo!: a rimanere in silenzio davanti alla morte dell’Innocente; a comprendere il mistero dell’infinita misericordia di Dio, che riscatta l’umanità colpevole”.

A sera poi la processione, per tutta la Comunità pastorale, con i simulacri della Madonna Addolorata e del Cristo morto, con partenza dal Santuario di Santa Maria e arrivo in chiesa prepositurale, passando per le vie del centro storico, dove porte e finestre sono sempre quasi tutte sprangate, come se fosse desolatamente disabitato. Questa processione è una tradizione che si ripete da lungo tempo, tanto da indurre in passato i Cernuschesi a trarre, dal suo mancato svolgimento, segni premonitori sulla vita della nostra comunità. Un cammino orante segnato dalla recita del rosario, intervallato dalla musica della Banda de Cernusc.

In chiesa prepositurale è poi seguita la celebrazione nella “Deposizione del Signore”, con la lettura dal Libro del profeta Daniele, che ci ha ricordato i tre giovani che nella “fornace di fuoco ardente” benedicono il Signore. La liturgia si è poi chiusa con la lettura, sempre dal Vangelo secondo Matteo, della sepoltura del Signore. Con questo ultimo atto della passione ha avuto inizio il silenzio, che si protrarrà per tutto la giornata del sabato, in attesa della solenne Veglia, a tarda sera, con l’annuncio pasquale che proclamerà la definitiva sconfitta della morte.

“Contempliamo questa sera il silenzio della Chiesa per l’assenza del suo Sposo. Cristo dopo la morte in croce è deposto nel sepolcro, percorrendo così il cammino che compie ogni uomo. Sappiamo però che la Chiesa da ora in poi veglia in attesa che Cristo risorga”: con queste parole il prevosto, don Luciano Capra, ha aperto la sua omelia, al termine della celebrazione serale.

“I nostri vecchi hanno pensato questa bellissima processione – ha poi proseguito Don Luciano - dove la Madonna Addolorata quasi ci consegna suo Figlio morto. Poteva forse mancare Maria in una giornata così? Lei che ha vissuto in prima persona il dramma della salita al Calvario, della morte di suo Figlio e che è rimasta ai piedi della croce?”

“Vogliamo guardare al sepolcro con gli occhi di Maria, che ci invita al silenzio orante e a guardare a suo Figlio deposto nel sepolcro” con occhi pieni di speranza ha aggiunto il prevosto, che subito dopo ha fatto notare che il “baldacchino, che questa sera ha trasportato la Madonna, splendeva di una luce particolare, perché è stato appena restaurato”, ma ciò che è veramente importante è che “la Madonna vuole innanzitutto restaurare il nostro cuore, vuole renderlo bello, proprio per invocare suo figlio Gesù.”

“E allora Maria non poteva mancare questa sera e per questo, in un certo senso, siamo andati a prenderla, perché ci aiuti a guardare al dramma di suo Figlio”, sapendo che la morte non ha l’ultima parola, “e a renderci capaci di accoglierlo sempre nei nostri cuori”.

Galleria fotografica: sulla nostra pagina Facebook

Cernusco sul Naviglio, 19 aprile 2019